Nelle imprese, medie o grandi che siano, è sempre crescente l’importanza di effettuare investimenti mirati nell’ambito Ict: per stare al passo con l’evoluzione della tecnologia e per implementare processi più efficaci, efficienti ed economici.
Sembra che in Italia questa esigenza sia finalmente avvertita in maniera seria, almeno all’interno delle aziende medio-grandi. È quanto traspare dai dati elaborati dalla Digital Innovation Academy del Politecnico di Milano, secondo i quali nel 2016 le imprese italiane effettueranno in media un +0,7% di investimenti in Ict rispetto al 2015.
Un trend che interesserà soprattutto le imprese di dimensioni medio-grandi (250-1000 dipendenti), che prevedono un +1,88% di investimenti contro il +1,16% delle imprese di medie dimensioni (50-250 addetti). Leggero aumento degli investimenti in Ict, +0,14%, per le imprese grandi (1000-10 mila addetti), calo dello 0,78% nelle grandissime imprese, quelle con più di 10mila dipendenti.
Quali saranno gli ambiti Ict oggetto degli investimenti più consistenti? Sempre sulla base delle analisi della Digital Innovation Academy, saranno la Business intelligence, i Big data, la digitalizzazione e dematerializzazione, l’Erp.
Tutto questo però necessita anche di figure specializzate nell’ambito Ict, figure che, purtroppo, in Italia non sono così diffuse. Lo certifica Eurostat, secondo il quale, nel 2014, solo il 2,5% dei lavoratori (circa 560mila persone) era occupato nel settore Ict nel nostro Paese, a fronte di una media Ue del 3,7%. Come se non bastasse, solo il 31,7% di loro ha studiato informatica contro il 56,5% dei colleghi europei.