Il ddl sul lavoro autonomo di imminente discussione in Parlamento offre l’occasione a Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, per una riflessione articolata su professioni, professionisti e partite Iva.
“A breve in Parlamento – esordisce Alemanno – inizieranno l’analisi e la discussione del ddl sul lavoro autonomo approvato dal Consiglio dei Ministri. Le norme in esso contenute riguardano sia i professionisti indicati nella Legge n. 4/2013, sia i professionisti le cui attività sono ricomprese in ordini o collegi”.
“In questi giorni – prosegue Alemanno – ho letto e sentito varie modalità di individuazione dei soggetti interessati: partite Iva, free lance, autonomi precari, popolo del lavoro autonomo, ecc. Poiché da decenni seguo e faccio parte del suddetto settore professionale, chiedo al mondo dei media, degli esperti, dei commentatori e dei politici: non sarebbe più semplice, poiché esistono norme specifiche che già individuano questi soggetti, parlare semplicemente di ciò che essi sono, cioè professionisti?”.
“Dico questo – puntualizza Alemanno – non solo per senso di appartenenza, ma per il fatto che sembrerebbe quasi che questo settore sia popolato da una schiera di sfortunati costretti all’uso della partita Iva come ultima spiaggia. Certamente l’inserimento lavorativo nel mondo professionale non è semplice, soprattutto per i giovani: i problemi diretti ed indiretti sono molteplici per tutti. In taluni casi è vero che ci sono soggetti ‘costretti’ ad aprire una partita Iva e per arginare tale deprecabile fenomeno esistono specifiche norme; ciò però non deve far venire meno la dignità di essere professionisti, persone che lavorano e danno lavoro, che credono nella professione, che hanno investito nella loro professionalità e che non sono pressapochisti della partita Iva”.
“Piangersi addosso – afferma con decisione Alemanno – non aiuta, come non aiuta essere identificati come una sorta di richiedenti soccorso. Chiedere, come è stato fatto, più tutele ed equità non è una invocazione disperata ma è la giusta richiesta di diritti”.
“Pertanto – conclude Alemanno – chiedo a tutti coloro che tratteranno del ddl sul lavoro autonomo di parlare e scrivere di professionisti, perché di ciò si tratta. Spero possa essere compreso il senso del mio intervento, il cui intento non è polemico ma chiarificatore, e ringrazio dell’attenzione che sarà data alla mia richiesta”.