C’è soddisfazione da parte degli architetti italiani per l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti. Non ne fa mistero il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, che è intervenuto con una nota in merito all’approvazione in via definitiva della legge delega sulla Riforma degli Appalti.
Secondo gli architetti italiani, “con il nuovo Codice degli Appalti si attua finalmente una svolta nel settore dei lavori Pubblici che premia la qualità e la centralità della progettazione. Oggi – prosegue la nota – si inaugura una nuova stagione di trasparenza, di efficienza, di partecipazione e di tempi e regole certi in un settore vittima, più di altri, di mafie e corruttele; una nuova stagione per riaffermare la qualità dell’architettura che rappresenta l’unica arma contro la cattiva sorte delle opere pubbliche e per avere, finalmente, buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e che rispondono concretamente ai bisogni dei cittadini”.
“Siamo molto soddisfatti – continua la nota del Consiglio – che nel testo siano state recepite tutta una serie di proposte e suggerimenti degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione fino ad oggi perduti, spesso a causa di norme sbagliate. Vanno sottolineati con favore alcuni dei più rilevanti punti della nuova legge: il superamento della vecchia Legge Obiettivo; il principio che le gare vengono aggiudicate sulla base di criteri di qualità del progetto con il superamento del principio del massimo ribasso; l’introduzione del débat public volto a rendere tutti i cittadini partecipi di un’opera pubblica; e, ancora, il trasferimento dell’incentivo del 2% per i dipendenti della pubblica amministrazione dalla progettazione delle opere alla fase di programmazione e predisposizione delle gare ed a quella di controllo, con la previsione di sanzioni in caso di mancati controlli e inadempimenti”.
“Ora ci aspettiamo – concludono gli architetti italiani – che si predispongano al più presto le conseguenti norme chiare e semplici in modo che il nuovo Codice sia al più presto operativo”.