La voglia di ripresa comincia anche dalla voglia degli italiani di partire per la vacanze, punghe o brevi, ponti o no. E Ponte dell’Immacolata 2015, per fortuna, sembra confermare questa tendenza.
Secondo le stime di Federalberghi sono infatti oltre 6,1 milioni gli italiani che passano questo Ponte dell’Immacolata in vacanza, dormendo almeno 1 notte fuori casa: +12,9% rispetto ai 5,4 milioni del 2014 e il10,1% della popolazione italiana tra maggiorenni e minorenni.
Federalberghi prevede in crescita anche la spesa media pro-capite a 267 euro (+1,9% rispetto ai 262 euro del 2014), con una ricaduta sul giro di affari complessivo lordo di 1,6 miliardi di euro: +14,3% rispetto agli 1,4 miliardi del 2014.
Secondo Federalberghi, i recenti fatti internazionali spingono gli italiani a restare in Patria: il 97,3% di loro è rimasto nel Bel Paese e solo il 2,1% si è spostato all’estero, principalmente nelle capitali europee.
Federalberghi analizza poi il trend di scelta delle località dove trascorrere il Ponte dell’Immacolata. Vince la montagna (nonostante la scarsità di neve, almeno al Nord) con il 36% delle preferenze (2,2 milioni di italiani), seguite dalle città d’arte (31,8%, 1,95 milioni di italiani) e dal mare (12,1%, pari a 742mila italiani). Rimane un residuo 4,8% di persone, pari a 294mila italiani, che ha scelto il lago.
Secondo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, questi numeri rappresentano “un segnale di inequivocabile voglia di reagire al clima di terrore che aleggia nel mondo intero. Considerando infatti il momento di allerta sia del livello di sicurezza sia di tenuta economica internazionale, poter contare su oltre il 10% della popolazione che può permettersi una seppur breve vacanza approfittando della circostanza favorevole che il calendario ci riserva, è un raggio di sole in un cielo sicuramente ingombro di nuvole“.
“L’indicazione principale che emerge dalla nostra indagine – conclude il presidente di Federalberghi – è di un turismo autarchico, con la quasi totalità dei vacanzieri che sceglie il Bel Paese per trascorrere qualche giorno di svago e di riposo. Il dato è importante anche perché nella maggioranza dei Paesi europei l’8 dicembre non è un giorno festivo e quindi in questa occasione contiamo solo su una parte di domanda internazionale, che tuttavia continua ad indirizzare verso l’Italia flussi crescenti di clientela, aiutandoci a rafforzare il recupero del sistema ricettivo”.