All’interno di Infoiva cerchiamo di solito di dare spazio a tematiche di interesse più nazionale che locale, ma il grido di dolore e di allarme che si alzato dalla Cna Abruzzo nei giorni scorsi merita di essere ascoltato. Perché è un grido che più o meno tutte le regioni sono nelle condizioni di alzare.
Il grido della Cna Abruzzo è partito a seguito di un’analisi effettuata dal ricercatore abruzzese Aldo Ronci, il cui esito è lapidario: se da un lato le banche non sostengono più la micro impresa, dall’altro i tassi di interesse sui prestiti a imprese e famiglie in regione sono volano al di sopra della media nazionale.
La ricerca di Ronci per la Cna Abruzzo ha preso in esame l’andamento del credito nei primi sei mesi dell’anno e ha rilevato che in regione le banche chiudono sempre più i finanziamenti alle micro imprese (meno di cinque dipendenti): 7 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Peccato però che per le altre imprese vi sia un andamento opposto.
Queste le cifre messe da Ronci a disposizione della Cna Abruzzo: a fronte dei 7 milioni in meno alle micro imprese di cui sopra, da gennaio a giugno 2015, le grandi imprese hanno avuto 261 milioni e le famiglie ben 346. Tra le imprese, le più sostenute dalle banche sono state le attività manifatturiere (+145 milioni), le imprese del commercio (+82) e quelle dell’agricoltura (+36).
“Il sostegno maggiore assicurato al mondo dell’impresa – commenta Ronci – è stato appannaggio dei mezzi di trasporto, con un incremento di 91 milioni. Ma buone performance sono state assicurate anche a carta e stampa (+38), prodotti in metallo (+35). Penalizzate, al contrario, le imprese del comparto alimentare, che perdono 25 milioni di euro”.