Dal 50esimo Congresso Nazionale del Notariato in corso a Milano arriva un’iniziativa lodevole. Rendere più semplice la partecipazione dei soggetti affetti da SLA alla contrattazione giuridica, attraverso una interpretazione evolutiva della legge notarile che riconosca la “comunicazione non verbale” e renda possibile l’espressione da parte del malato delle proprie volontà negoziali, senza intermediari.
È la proposta del Notariato con la collaborazione di AISLA – l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica che da 32 anni sostiene le persone con SLA e la ricerca su questa malattia – presentata al congresso, dedicato al tema “Il valore economico della sicurezza giuridica: quale diritto per lo sviluppo?”.
La proposta, nata dall’apertura della magistratura milanese che ha sviluppato il concetto di “comunicazione non verbale” prendendo atto della nuova realtà creata dalla tecnologia, ha come obiettivo quello di sfruttare lo sviluppo tecnologico in campo medico per semplificare e rendere più immediata la tutela dei diritti delle persone affette da SLA.
Oggi i malati di SLA, che non presentano alterazioni cognitive ma l’impossibilità di comunicare con i canali classici, hanno a disposizione sistemi di comunicazione alternativi, quali i “comunicatori a puntamento oculare”, che sfruttano l’unico movimento ancora controllabile dagli stessi, quello degli occhi, ottenendo così la possibilità di esprimersi in autonomia.
Domenico Cambareri, Consigliere Nazionale del Notariato: “Con questa proposta il Notariato vuole garantire parità di diritti a coloro che si trovano in una situazione di malattia e infermità fisica, consentendo di comunicare in modo semplice, nel pieno rispetto della legge”.
Alberto Fontana, tesoriere di AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, commenta: “L’iniziativa portata avanti con il Consiglio Nazionale del Notariato vuole tutelare l’indipendenza e la dignità delle persone con SLA e di tutti i malati colpiti da disabilità gravi a cui deve essere riconosciuto il diritto di esprimere la propria volontà, anche negli atti ufficiali, attraverso gli strumenti che la tecnologia mette oggi a disposizione. E’ grazie a questo che le persone con SLA e tutti i disabili gravi possono superare le barriere della malattia e continuare ad essere cittadini e soggetti attivi”.
La legge notarile prevede per i soggetti non in grado di comunicare autonomamente (non udenti, impossibilitati a parlare, non vedenti, etc.) con il notaio, diversi rimedi tra cui l’intervento di un interprete in grado di rendere comprensibile a quest’ultimo il linguaggio a segni e gesti della parte. Da tutto ciò, l’interpretazione che conduce a ritenere superata la presenza di un interprete per questi malati, proprio perché superata è la difficoltà di comunicare direttamente con il notaio, grazie all’aiuto di un’apparecchiatura particolarmente sofisticata.
Nella stipula di atti pubblici il malato, attraverso l’utilizzo del puntatore oculare e senza intermediari, potrà comunicare direttamente la sua volontà al notaio che sarà in grado di riceverla e riprodurla nell’atto in questione.