Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e startupper. Secondo i dati contenuti nel report strutturale sulle startup innovative redatto da Infocamere e relativo al terzo trimestre 2015, nel nostro Paese sono nate quasi 500 nuove startup negli ultimi due mesi.
Nel dettaglio, al 30 settembre 2015 erano 4.704 le startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, +11,8% rispetto alla fine di giugno (456 aziende in più), con 18.677 soci.
Per quanto riguarda i settori merceologici nei quali sono attive le startup innovative italiane il 72,3% di loro opera nel campo dei servizi alle imprese, il 18,8% nell’industria, il 4,2% delle startup nel commercio.
Dai dati emerge anche come startup faccia rima con giovani. Sono infatti 1.122 le startup under 35, il 23,9% del totale. Le società in cui almeno un giovane è presente nella compagine societaria sono quasi 2mila (1.890), il 40,2% del totale.
Purtroppo, però, la dimensione femminile delle startup italiane è ancora troppo debole: sono solo 611, pari al 13% del totale. Le società in cui almeno una donna è presente nella compagine societaria sono invece poco più di 2mila (2.099), il 44,6% del totale.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle startup innovative italiane, la Lombardia è la regione che ne incuba il numero maggiore: 1.018, pari al 21,6% del totale. A seguire Emilia-Romagna con 541 (11,5%), Lazio 455 (9,7%), Veneto 360 (7,6%) e Piemonte 326 (6,9%), mentre il Trentino-Alto Adige è la regione con la più elevata incidenza di startup in rapporto alle società di capitali: 91 startup ogni 10mila società di capitali.
Se poi si considera che lo scorso anno il valore della produzione media, calcolato sulle 2.663 startup innovative che hanno reso noti i loro bilanci, è stato di 131mila euro, si capisce come in Italia vi sia terreno fertile per innovare, fare business e produrre ricchezza.