Che l’assenteismo sia una piaga sociale e un danno per l’economia è risaputo, mentre è un po’ meno noto il fatto che altrettanti danni può creare l’eccesso di presenza sul luogo di lavoro, indicato comunemente come presentismo. Tipicamente, chi soffre di presentismo tende a recarsi sul posto di lavoro anche quando è malato.
Uno studio condotto dall’università britannica dell’East Anglia e pubblicato sul Journal of Occupational Health Psychology ha scavato a fondo nel fenomeno del presentismo comparando i dati di una sessantina di studi a livello europeo che hanno coinvolto oltre 175mila persone e ha scoperto che una delle cause più frequenti che inducono ad ammalarsi di presentismo è il rischio di perdere il posto di lavoro.
Al contrario, chi si ritrova a lavorare costantemente sotto pressione, a rischio stress, tende ad assentarsi di meno, spesso a causa di organici sottostaffati o per richieste di produttività eccessiva. Se invece l’ambiente di lavoro è più amichevole nei rapporti con i colleghi e meno esigente da un punto di vista produttivo, l’assenza per malattia (giustificata) rientra in parametri normali e il presentismo non colpisce più di tanto.
Fino a qui è evidente una cosa: il presentismo fa male a chi ne soffre perché induce a non staccare mai, a innalzare il livello di stress e a non curare anche piccole indisposizioni che, poi, si potrebbero trasformare in patologie più gravi. Ma in che modo nuoce anche all’azienda e all’economia?
È abbastanza facile intuire che chi, malato di presentismo, si presenta in ufficio non nelle miglior condizioni psico-fisiche è più soggetto a errori, produttività scadente e sotto le attese, oltre che essere una possibile fonte di contagio per i colleghi. Secondo alcuni degli studi presi in esame dalla ricerca inglese, i danni del presentismo (soprattutto la produttività bassa e scadente) sarebbero peggiori di quelli provocati dall’assenteismo.
Consoliamoci con il fatto che il presentismo, a volte, spinge le persone al lavoro anche se malate non tanto per stress o paura quanto per un senso di fedeltà all’azienda, di forte riconoscimento nei valori aziendali, di amore per il proprio lavoro. Però, ogni tanto, le persone dovrebbero capire quando è ora di staccare…