Quando il ministero delle Finanze diffonde i dati sulle aperture di nuove partite Iva, da alcuni mesi a questa parte non ci sono sorprese eclatanti. In realtà, però, i dati sulle partite Iva aperte a settembre offrono qualche spunto di riflessione in più, a partire dal ritorno del segno positivo: +0,2% rispetto allo stesso mese del 2014, per un totale di 41.763 nuove posizioni.
L’Osservatorio sulle partite Iva del ministero rileva anche che il 74,7% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 20% da società di capitali, il 4,5% da società di persone.
I dati più interessanti arrivano però analizzando la segmentazione per fasce di età delle nuove partite Iva. Risulta infatti che quasi la metà delle nuove posizioni è stata aperta da persone al di sotto dei 35 anni (47,7%) mentre, dato significativo, le partite Iva aperte da over 50 crescono del 9% anno su anno. Un dato figlio della difficoltà di queste persone a reinserirsi nel mondo del lavoro dipendente una volta che ne sono state estromesse.
Se si guarda poi alla distribuzione geografica delle nuove partite Iva, il 42,4% di loro è localizzato al Nord, il 23% al Centro e il 34,4% al Sud e nelle isole. Gli aumenti più significativi anno su anno si registrano in provincia di Trento (+14,4%), in Sardegna (+8,6%) e in Toscana (+7,1%), mentre i cali più marcati arrivano da Molise (-9,7%), Marche (-7,9%) e Campania (-5,7%).
I settori nei quali si registrano gli aumenti maggiori di nuove partite Iva sono l’istruzione (+35,1%), l’agricoltura (+10,2%), la sanità e l’assistenza sociale (+9%). Giù i trasporti (-12,6%), le attività immobiliari (-5,6%) e ancora una volta l’edilizia (-5,1%).
Le nuove partite Iva sono ancora per la maggior parte al maschile (62,4%), mentre si registra ancora una netta prevalenza della scelta del regime dei minimi, al quale hanno aderito 10407 soggetti contro i 3.399 soggetti che hanno scelto il nuovo regime forfetario.