E adesso che anche il governo ha detto la sua sulla nuova destinazione d’uso dell’area di Expo 2015, siamo tutti più tranquilli. O quasi. Da molto prima della chiusura dell’Esposizione Universale, il 31 ottobre scorso si era cominciato a discutere del dopo Expo e ciascuno si era sentito in dovere di dire la propria, a partire dagli scettici che vedono per l’area un futuro da deserto metropolitano.
Fatto sta che sul futuro dell’area di Expo 2015 se ne sono sentite di ogni, finché è arrivato il premier Renzi a illustrare la propria visione del dopo Expo, o meglio, quella dell’Esecutivo. Secondo il quale la zona adiacente a Rho Fiera potrebbe diventare “un centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica e dei big data“, che coinvolgerà 1.600 ricercatori con 150 milioni di euro da investire ogni anno per i prossimi 10 anni.
Per l’area di Expo 2015 Renzi ha parlato di “un centro che metta insieme discipline diverse, dall’alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, dove al centro ci sia l’uomo“, il cosiddetto progetto “Human Technopol. Italy 2040“,
Un progetto che, secondo il premier, supererà l’idea del centro creato su singole discipline per concentrarsi, ha detto, su “un nuovo Umanesimo“. Tanto che, “dal Consiglio dei Ministri di venerdì siamo disponibili a metterci risorse ed energie“.
Ciò che è certo è che il futuro dell’area di Expo 2015 deve diventare, secondo Renzi, patrimonio comune dell’Italia, evitando che sia preda di “campanilismi” ma facendo sì che Milano per “il suo ruolo di capitale culturale dovrà essere non solo la locomotiva d’Italia, ma d’Europa“.
Bene, le parole di Renzi ci sono, l’idea del governo anche. Mancano, purtroppo, i dettagli sul dopo Expo 2015, dettagli che vadano al di là del semplice impegno economico, per ora sulla carta. Come spesso ci ha abituati il presidente del Consiglio, anche in questo caso siamo di fronte a delle slide, non concrete ma figurate. Aspettiamo di vedere come ed entro quanto tempo questo impegno sarà tradotto in fatti. Ne ha bisogno Milano, ne ha bisogno l’Italia.