I tragici fatti di Parigi accaduti venerdì scorso ci ricordano che esistono molte imprese che sulla sicurezza e sull’intelligence costruiscono il proprio business. In Italia la Iliia (Italian Lawful Interception & Intelligence Association) è l’associazione di riferimento delle imprese che offrono servizi e materiali per le attività di intelligence.
La Iliia è intervenuta sui massacri di Parigi con un comunicato, ribadendo alcuni punti chiave:
- Necessità di restituire a tutti i cittadini la libertà di condurre un’esistenza serena e sicura;
- Viviamo oggettivamente in pericolo e l’avvento del Giubileo che inizierà l’8 dicembre non fa che acuire maggiormente questo stato di fatto anche nel nostro Paese;
- Gli attentati di Parigi, hanno evidenziato un’evoluzione del modus operandi delle forze del terrore, in quanto dalle azioni attuate da “lone actors”, si è passati ad azioni coordinate;
- Gli obiettivi delle azioni terroristiche sono cambiati. Non siamo più di fronte ad attacchi ad obiettivi denominati “sensibili”, ma si va verso missioni contro civili normali ed indifendibili;
- Non serve mettere in campo i “carri armati” a presidiare le città. Il nostro Paese non può più esimersi dall’aumentare la capacità delle forze d’Intelligence, incrementare l’utilizzo delle tecnologie di intercettazione ed attacco delle comunicazioni e, allo stesso tempo, organizzare strutture di contrasto capaci di adeguarsi ai cambiamenti di operatività e di prevenire azioni terroristiche.
Secondo Tommaso Palombo, presidente di Iliia, “dopo quanto accaduto a Parigi venerdì scorso siamo giunti ad un bivio, non si può più sbagliare e chi oggi è chiamato a decidere sulla sicurezza del Paese e di tutti noi, non può più esimersi da questa responsabilità. Siamo vicini al dolore dei familiari delle vittime e a tutti i francesi colpiti nel loro paese, nelle loro città. Al tempo stesso, la situazione impone di non fermarci e di cambiare rotta rispetto a quanto fatto finora se vogliamo evitare altro sangue. Non si tratta, come dice il procuratore antiterrorismo Franco Roberti, di cedere parte della nostra libertà, per avere più sicurezza, ma esattamente dell’esatto contrario: restituire a tutti i cittadini la libertà di condurre un’esistenza serena e sicura”.
“Ad oggi, purtroppo, non è così – prosegue Palombo, parlando di grandi eventi e sicurezza -. Viviamo oggettivamente in pericolo e l’avvento del Giubileo che inizierà l’8 dicembre non fa che acuire maggiormente questo stato di fatto anche nel nostro Paese. Prendere la metropolitana, bere un caffè o andare a teatro non possono rappresentare seri momenti di pericolo di vita. Gli attentati di Parigi, hanno evidenziato infatti un’evoluzione del modus operandi delle forze del terrore, in quanto dalle azioni attuate da “lone actors”, si è passati ad azioni coordinate che dimostrano una diversa capacità logistica ed operativa. In pratica l’ISIS, oltre da avere un efficacie apparato di propaganda e comunicazione, dimostra di possedere una capacità militare anche in territorio a lui formalmente ostile”.
“A questo punto, quindi, – conclude Palombo – il nostro Paese non può più esimersi dall’aumentare la capacità delle forze d’Intelligence, incrementare l’utilizzo delle tecnologie di intercettazione ed attacco delle comunicazioni e, allo stesso tempo, organizzare strutture di contrasto capaci di adeguarsi ai cambiamenti di operatività e di prevenire azioni terroristiche. L’unica possibilità che abbiamo è quella di aumentare gli investimenti negli apparati di intelligence, nell’utilizzo di tecnologie di prevenzione e di analisi, nella razionalizzazione degli investimenti, che non siano più sottoposti ad occasionali attività di riforma normalmente guidate, purtroppo, dalla spasmodica ricerca di effettuare risparmi, a discapito dell’efficacia e dell’efficienza delle attività. La speranza è che le decisioni di oggi in materia di sicurezza possano salvare vite domani”.