Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in uno slancio che la lo fa sempre più assomigliare a Edward Mani di Forbice, ha annunciato che è intenzione del governo tagliare l’ Ires sulle imprese per il 2016.
Si vede che dopo gli annunci su Imu, Irap e Tasi, Renzi ci prende gusto a tagliare e decide di ficcare nel calderone anche l’ Ires. Ma che cosa significa per le imprese, nel concreto, intervenire con una riduzione dell’ Ires?
I conti li ha fatti, come spesso capita, l’Ufficio studi della Cgia, secondo il quale ogni punto in meno dell’aliquota Ires permetterebbe alle società di capitali e ai grandi gruppi di pagare in tutto 1,2 miliardi di euro in meno di tasse all’anno. La Cgia ha dunque calcolato il risparmio fiscale che le aziende totalizzerebbero qualora fosse ridotta l’imposta sui redditi delle società.
L’aliquota Ires, ricordano sempre dalla Cgia, è attualmente al 27,5% e, qualora fosse ridotta, il taglio interesserebbe oltre 620mila imprese e gruppi, il 12% del totale delle imprese operanti in Italia. Di fatto, ogni punto in meno di Ires in meno consentirebbe alle società di capitali di risparmiare 1.232 euro all’anno, mentre per ogni gruppo si di 137.889 euro.
Di fronte a questi numeri salta però all’occhio che la vera svolta per le imprese si avrebbe non tanto intervenendo sull’ Ires, quanto sull’Irap. Ne è convinto anche il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo: “Con il taglio dell’ Ires ventilato dal Governo Renzi i vantaggi fiscali andrebbero prevalentemente alle grandi imprese. Se, invece, la riduzione interessasse l’Irap, il taglio di un punto di questa imposta costerebbe allo Stato quasi 4 miliardi di euro, ma la riduzione delle tasse interesserebbe tutte le imprese, anche quelle più piccole, come le ditte individuali o le società di persone. Probabilmente, operando una riduzione del carico fiscale che oltre all’ Ires comprendesse anche l’Irap sarebbe più giusto ed equo”.
Infine, una nota che relativa alla Cgia, il cui direttivo ha eletto il successore di Giuseppe Bortolussi (scomparso nel luglio scorso a causa di una malattia) alla segreteria dell’associazione. Si tratta di Renato Mason, 64 anni, già direttore di Confartigianato Veneto dal 1998 al 2007. A lui gli auguri di buon lavoro dalla redazione di Infoiva.