La conciliazione vita-lavoro è una delle grandi problematiche del lavoro contemporaneo e una tematica che sempre più imprese si trovano ad affrontare. La sensibilità su questo fronte è molto aumentata se i dati dicono che negli ultimi 5 anni sono cresciute del 39% in Italia le imprese (circa 6mila per 53mila dipendenti e un giro d’affari di 400 milioni) nei settori dell’istruzione, tempo libero, servizi alla persona, che aiutano nella conciliazione vita-lavoro.
Un tema di cui si è parlato nei giorni scorsi a Milano e che è stato l’occasione per fare il punto sulla conciliazione vita-lavoro in Lombardia +174% in regione in cinque anni delle imprese che aiutano la conciliazione vita-lavoro, pari a circa 1300 soggetti, rispetto ai 471 del 2010, che danno lavoro a 13mila addetti, +3% rispetto al 2014. Un addetto su quattro in Italia si concentra in Lombardia e una impresa su cinque, per un giro d’affari di 100 milioni.
Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano realizzata su circa 300 imprese a settembre-ottobre 2015, la conciliazione vita-lavoro per le donne non è facile nel 65% delle imprese, è invece già ora possibile nel 20%. Secondo l’indagine, una città a misura di donne e famiglia nei ritmi, orari e servizi, genererebbe un vantaggio economico per il territorio che gli operatori stimano di 40 miliardi. Prima modalità indicata sarebbe la flessibilità di tempi e orari della città per il 52%, poi la crescita delle pari opportunità per il 10%, gli aiuti economici alla maternità per l’8%, una maggiore vivibilità e attenzione a verde e ambiente per l’8%.
Per Federica Ortalli, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano, la conciliazione vita-lavoro è una tematica non più rimandabile per le aziende: “Il lavoro femminile è una risorsa centrale nella nostra economia. C’è un bisogno crescente di servizi per aiutare l’integrazione delle attività tra lavoro e famiglia, con un possibile impatto in termini di vantaggi economici”.