Quella della voluntary disclosure rischia di diventare una telenovela al pari di quella che, all’inizio di quest’anno, ha interessato l’Imu agricola, con un tira e molla su termini, proroghe e modalità che ha fatto perdere parecchi punti di popolarità a governo e Mef tra gli addetti ai lavori.
Dopo che nei giorni scorsi era stato prorogato di 30 giorni il termine per la presentazione delle relazioni a supporto dell’adesione alla voluntary disclosure e dopo che si erano susseguite voci e smentite su una possibile proroga dei termini di adesione ecco che, su questo punto, ci siamo di nuovo.
È stata infatti avanzata l’ipotesi di una nuova proroga del termine per aderire alla voluntary disclosure, non solo tecnica, come quella prevista dal provvedimento delle Entrate dello scorso 14 settembre relativo ai termini per la presentazione delle relazioni; si tratterebbe infatti di una vera e propria proroga di tre mesi del termine per l’adesione alla collaborazione volontaria, che vedrebbe così spostata la deadline per l’adesione alla voluntary disclosure al 31 dicembre.
Facile che, se così dovesse essere, la proroga arriverà con un decreto legge omnibus sulle scadenze fiscali, atteso per la fine di settembre. I bene informati, ancorché in via ufficiosa, sostengono che sarebbe questo l’orientamento del Governo per cercare di districare la matassa di norme e scadenze che ha via via avvolto all’operazione di rientro dei capitali illegittimamente detenuti all’estero. Prima di un ok definitivo a questa proroga della voluntary disclosure, il governo sta comunque esaminando i costi della procedura.