Nei mesi scorsi, intorno alla nuova normativa sui buoni pasto si è fatto un gran parlare e un gran allarmismo sulla loro presunta non validità per la spesa. Assodato che sull’utilizzo cumulativo dei buoni pasto non vi è stato alcun cambiamento di regole, rimane il fatto che risultano ancora i benefit più richiesti dai lavoratori.
Lo testimonia un’indagine del Centro Studi di Anseb (Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto), dal quale emerge come il ticket sia usato nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti e per il restante 30% nella grande distribuzione. Attualmente, rileva Anseb, circa il 25% dei buoni pasto in circolazione è in formato elettronico.
L’indagine di Anseb ha chiarito anche alcuni punti chiave delle regole che normano il mercato dei buoni pasto, specialmente quelle legate alla loro detassazione in vigore dal 1° luglio scorso: quasi due euro in più a ticket, ossia dai 5,29 euro in caso di buono pasto cartaceo a 7 euro per i buoni pasto elettronico. Un cambio che spinge ulteriormente le aziende a consegnare ai propri dipendenti buoni pasto elettronici.
Con la diffusione sempre maggiore dei buoni pasto elettronici, Anseb auspica che i rimborsi siano più rapidi e le frodi meno diffuse, ma non disdegnerebbe neppure un chiarimento interpretativo o normativo sull’utilizzo di più buoni pasto nella stessa transazione, o della somma di più titoli oltre il valore economico medio di un pasto, un impiego di fatto anomalo sul piano strettamente legale anche se entrato ormai nella prassi.