Il fatto che siano la vera forza del tessuto produttivo nazionale fa sì che le Pmi italiane costituiscano anche il più importante bacino occupazionale, anche e soprattutto in tempi di crisi.
Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia, infatti sarebbero poco più di 250mila (253.500, per la precisione…) le nuove assunzioni non stagionali previste nei 6 mesi del 2015 nei settori dell’industria e dei servizi privati. Un aumento consistente, +25,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Segno che le Pmi italiane provano a rispondere alla crisi con i numeri.
Entrando nel dettaglio delle assunzioni delle Pmi italiane, poco più di 164mila (pari al 65%) sono state impiegate nel settore dei servizi, che si conferma un buon bacino per combattere la crisi: in particolare, 40.300 sono stati i nuovi assunti nel commercio, 29.710 in quello nei servizi alle persone e poco meno di 27mila (26.910) nel turismo e nella ristorazione.
Nell’industria, dove le Pmi italiane hanno una presenza più significativa, le previsioni sono invece di sapore un po’ meno dolce, visto che i neo assunti non stagionali dovrebbero essere poco meno di 89.500 (il 35% circa del totale).
Il segnale incoraggiante, in questo caso, per le Pmi italiane viene dal settore delle costruzioni dove, tra ingegneri, geometri, carpentieri, muratori, gruisti e lattonieri, i nuovi occupati sarebbero quasi 2mila, 1.930. Una cifra all’apparenza piccola, ma se si pensa che sono state le Pmi italiane di questo settore a soffrire di più (anche adesso) le sferzate della crisi, forse è il caso di provare a vedere positivo.
Nei settori meccanico ed elettronico, invece, fiori all’occhiello della nostra impresa, i soggetti che avrebbero cominciato a lavorare nel primo semestre 2015 sarebbero 16.870.