Sono tanti i soggetti che hanno delle perplessità sulla ventilata Local Tax, l’imposta che dovrebbe sostituire e/o accorpare Imu, Tasi e altri tributi locali. Sul tema è intervenuto il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, sollevando alcune perplessità.
“C’è chi sostiene che in Italia l’imposizione fiscale sugli immobili sia molto inferiore a quella di altri Paesi europei e che occorra stare attenti a diminuirla. Queste affermazioni trovano origine nel gran pasticcio combinato dal nostro legislatore fiscale in materia di tassazione immobiliare”, esordisce Colombo Clerici.
“A ben vedere, i tributi sugli immobili, che costituiscono ormai, se non l’unica, la preponderante fonte di finanziamento dei servizi comunali, non li pagano tutti: sono esenti, quanto all’Imu ben 20 milioni di abitazioni, sul totale di 30, e quanto alla Tasi 5 milioni di famiglie utenti dei servizi comunali, che affrontano il costo di una Tasi simbolica. Inoltre, secondo dichiarazioni governative, si affaccerebbe l’ipotesi di esentare dalla Tasi anche altri 20 milioni di famiglie italiane. Insomma, il pasticcio deriva dall’aver affidato le finanze comunali a tributi il cui presupposto è in parte di natura patrimoniale e in parte di natura personale”, prosegue il presidente di Assoedilizia sull’argomento, pur non nominando la Local Tax.
“Con una simile impalcatura normativa è evidente che qualche reazione a difesa delle finanze dei comuni si profili; anche se risulta molto sommaria, e si riduce a dire che da noi gli immobili non pagano sufficienti imposte. Se disaggreghiamo il dato del gettito complessivo, osserviamo che da noi questi tributi sono a carico della metà degli immobili, e che soprattutto non pagano adeguatamente i servizi comunali molti fra quanti ne beneficiano”. A che servirebbe dunque una Local Tax?
“È su questo piano – prosegue Colombo Clerici – che bisogna muoversi. In Gran Bretagna la Council Tax (una vera Local tax), che rappresenta il grosso delle entrate per le municipalità, è pagata non dai proprietari degli immobili, ma da tutti coloro che, occupando un immobile, sono utenti dei servizi comunali, siano essi residenti o inquilini. Non ci sono categorie sociali che utilizzino servizi senza pagarli, come avviene da noi”.
“Fino a quando non si uscirà da questo equivoco – conclude Colombo Clerici – ci sarà sempre qualcuno che dirà che l’imposizione nel settore immobiliare è insufficiente. Mentre invece, per coloro che finiscono per pagare, tale imposizione è esorbitante”. Da qui le perplessità sull’introduzione della Local Tax.