Apre oggi al pubblico, a Firenze, Pitti Uomo 88, uno degli appuntamenti più importanti per la moda made in Italy maschile e l’occasione per Sistema Moda Italia (Smi) di fare il check up allo stato di salute del nostro fashion. E le cifre sono positive, nonostante le difficili situazioni registrate in Giappone e in Russia.
Secondo le rilevazioni di Smi, la moda made in Italy maschile è cresciuta lo scorso anno del 3,3% a 8,8 miliardi di euro di fatturato. Merito soprattutto dell’export (+5,1%), mentre la domanda interna ha registrato un’altra battuta di arresto: -3,6%.
L’export della moda made in Italy per lui ha superato i 5,5 miliardi di euro di valore e si è attestata al 63,3% del fatturato totale del settore. Allo stesso modo è aumentato l’import, stavolta del 10,3%.
C’è stato movimento un po’ su tutti i mercati, europei ed extra europei. Se nel Vecchio Continente gli acquisti di moda made in Italy maschile sono cresciuti del 4,5%, fuori dall’Europa l’aumento è stato del 5,6%. Mercati europei d’elezione restano Spagna (+10,1%), Regno Unito (+8,4%) e Germania (+4,8%). Cala la Francia (-2,1%) ma mantiene il ruolo di primo mercato. Fuori dall’Europa abbiamo Corea del Sud (+26,9%), Cina (+13,3%), Hong Kong (+11,9%) e Usa +9,4%. Giù Russia (-16,2%) e Giappone (-7,4%).
Nel dettaglio, la moda made in Italy per lui ha fatto registrare, lo scorso anno, quasi tutti segni più nei principali settori: pelle +7,2%, camicie +5,1%, maglieria +2,9%, abiti +2,6%. In controtendenza le cravatte, -3,3%. I settori di maglieria (+6%), camiceria (+5,7% e confezione (+4%) si confermano anche nel primo trimestre 2015, con l’export a +3,8% e l’import a +13,1%.