Quando su Infoiva parliamo di franchising, cerchiamo sempre di dare dritte sulle opportunità di business o sulle tendenze di mercato. Questa volta, però, siamo stati incuriositi da una nuova formula di franchising, assai più dispendiosa di quella dei classici marchi ma con una evidenza potenzialmente mondiale. La Formula 1 in franchising.
A margine del Gran Premio del Canada tenutosi ieri a Montreal, c’è stata una riunione tra i team principal delle maggiori squadre di Formula 1 per parlare di un cambio di filosofia, dalle cosiddette “vetture clienti” a quelle in franchising; una formula nella quale i grandi costruttori venderebbero le loro auto ai team più piccoli.
Secondo l’ipotesi ventilata in riunione, il meccanismo funzionerebbe con ogni grande costruttore che fornisce un solo team cliente di un “pacchetto completo” di due monoposto da 50 milioni di euro. Un franchising fatto e finito
Alla riunione erano presenti Ron Dennis ed Eric Boullier, Toto Wolff e Niki Lauda (Mercedes), Maurizio Arrivabene (Ferrari) e Chris Horner (Red Bull). Ed è stato Wolff a farsi portavoce della proposta: “Le abbiamo chiamate vetture in franchising: dobbiamo avere un piano d’emergenza pronto, per sapere cosa fare se uno o due team in difficoltà dovessero uscire dal circus“.
“Le vetture clienti – gli ha fatto eco Horner – sono qualcosa che ormai sostengo da anni, offrono un’alternativa se i team si mettono nei guai. Possono concentrarsi sull’essere un team di corse. Penso che sarebbe una cosa salutare per un team già esistente o per una nuova squadra che vuole entrare nello sport”.