Sono buone le prospettive per il commercio estero italiano nel 2015 e nei prossimi anni. Questo, almeno, è quanto tratteggia il XIII rapporto Ice-Prometeia, secondo il quale il commercio estero del nostro Paese crescerà del 5,6% nel 2015 e supererà un +6% nel biennio successivo.
Stando a quanto sottolineano gli estensori del rapporto, per ritrovare un triennio nel quale il nostro commercio estero è cresciuto ininterrottamente oltre il 5% è necessario risalire al periodo pre-crisi, precisamente dal 2005 al 2007.
Inoltre, secondo Ice e Prometeia, il dato sulla crescita del nostro commercio estero è ancora più incoraggiante se si considera che la dinamica prevista per il Pil globale è sì parimenti di crescita, ma i livelli su cui si attesterà saranno circa la metà rispetto a quelli degli scambi. Merito, soprattutto, dell’importante traino degli Stati Uniti (+7,7% previsto per il 2015) e da un’Europa occidentale che sta consolidando la propria ripresa (+4,8% previsto per il triennio 2015-2017).
Per il nostro commercio estero, invece, arrivano segnali contrastanti dai Paesi emergenti. Se, da una parte, il commercio estero e l’export manifatturiero italiano sono stati, nell’ultimo anno, i più dinamici dopo quelli cinesi, dall’altro le previsioni vedono penalizzati soprattutto i Paesi grandi esportatori di materie prime. Non è un caso, infatti, che il Sudamerica e i mercati europei emergenti, dove pesa l’embargo imposto al mercato russo, subiranno un calo del loro potenziale di crescita.
Restano trainanti per il nostro commercio estero i prodotti del made in Italy alto di gamma (+5,8% le prospettive di domanda internazionale tra il 2015 e il 2017) e della meccanica (+6,4%); in entrambi i settori è prevista la conferma del recupero di quote di mercato sulle importazioni mondiali già vista negli ultimi due anni.