Uno degli ambiti professionali nei quali la richiesta di profili elevati è sempre molto alta è quello delle professioni It. Un settore che Michael Page, società di ricerca e selezione di personale specializzato nell’ambito del middle e top management, ha analizzato attraverso un’indagine proprio sulle professioni It.
Lo studio si è basato su un campione di 586 intervistati in tutta Italia, formato da persone che si occupano nel 32,8% dei casi di progetti trasversali, nel 21,3% di software, per il 13,3% di infrastrutture e di progetti Erp per il 13,1%, distribuite secondo queste tipologie: il 91% uomini, il 9% donne; l’8% di età al di sotto dei 35 anni, il 54% fra i 36 e i 45 anni e il 38% oltre i 45 anni; il 26% degli esercitanti le professioni It coinvolti nel sondaggio le svolge nell’industria, il 25% nella consulenza e il 15% nel settore bancario e assicurativo; il 33% diplomati, il 24% laureati di secondo livello e il 23% laureati in ingegneria.
Ebbene, da questo studio di Michael Page sulle professioni It emerge intanto un altissimo livello di occupazione: 93,2%. Il 52,7% degli intervistati guadagna tra i 35 e i 55mila euro. In particolare, tra chi si occupa di software il 70,4% percepisce uno stipendio inferiore ai 55mila euro annui, mentre chi gestisce progetti trasversali guadagna oltre 55mila euro.
Svolgere delle professioni It fa mediamente bene alla proprio approccio al lavoro. Secondo Michael Page, si dichiara motivato il 52,9% degli intervistati. Il 54,2% lega la propria soddisfazione invece allo stipendio, mentre ben il 96,8% la lega al riconoscimento, che però pare un elemento poco diffuso all’interno dei contesti lavorativi esaminati: solo il 32,4% pensa di averne all’interno del proprio ambiente di lavoro.
Le più motivate tra chi svolge delle professioni It non sono le donne: il 39,1% delle intervistate pensa di non avere opportunità di carriera e il 30,4% si lamenta dello stipendio. Sia uomini (95%) sia donne (84%) sono concordi nel chiedere al datore di lavoro l’opportunità di affrontare nuove sfide, sia in termini di progetti sia tecnologie, tanto che la richiesta di obiettivi sfidanti appare una delle più importanti leve a disposizione dei datori di lavoro per trattenere i talenti in azienda.
Talenti che, secondo i risultati della ricerca, nell’ambito delle professioni It si possono trattenere anche impostando in azienda un buon rapporto tra della qualità di vita e lavoro, dando la giusta visibilità del ruolo all’interno della struttura societaria, adeguando la retribuzione in base alla seniority, e alla crescita professionale, ma soprattutto investimento nella formazione costante.
Un’ultima occhiata al capitolo stress, che nelle professioni It pare presente, eccome. Solo il 37,5% degli intervistati dichiara infatti di non vivere situazioni stressanti. Dai dati emerge anche che il settore It è caratterizzato da una certa staticità delle posizioni: i due terzi del campione (64,8%), lavora da almeno quattro anni nella stessa azienda. Interrogati circa il futuro, il 74,4% ha una percezione positiva del mercato e dell’evoluzione dei settori e delle professioni It.