Quando si parla di finanziamenti alle imprese in Italia, bisogna sempre fare i conti con dei dati in altalena. Qualche giorno fa, l’Abi ha parlato di una crescita dei finanziamenti alle imprese nel primo trimestre del 2015. Se invece si amplia l’orizzonte, come fa il Centro studi di Unimpresa, si registra che negli ultimi cinque anni i finanziamenti alle imprese sono calati di 36,2 miliardi (-4,28%).
Secondo Unimpresa, da marzo 2010 a marzo 2015 i finanziamenti alle imprese sono diminuiti su tutte durate: quelli a breve termine (fino a 1 anno) sono scesi di 16,7 miliardi (-5,28%), quelli a medio termine (fino a 5 anni) di 10,7 miliardi (-7,49%), quelli a lungo termine (oltre 5 anni) sono diminuiti meno, 8,7 miliardi (-2,26%) ma sono diminuiti.
A un calo dei finanziamenti alle imprese corrisponde, anche in questo caso, un aumento delle sofferenze bancarie (le rate di prestiti non rimborsate da parte delle imprese). Nello stesso periodo, infatti, Unimpresa sottolinea il balzo in avanti di queste ultime, cresciute del 207,74% e passate da 48,8 miliardi a 150,3 miliardi.
Secondo le rilevazioni di Unimpresa, le società non finanziarie hanno avuto le maggiori difficoltà a rimborsare i finanziamenti alle imprese: +223,54%, da 41,7 miliardi a 134,9 miliardi. Raddoppiate le sofferenze per le imprese familiari, passate da 7,1 miliardi a 15,4 miliardi (+115,65%).
Amaro il commento del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Le eventuali fusioni e aggregazioni – ha detto a chiosa dei dati presentati – non siano mosse o condizionate da interessi e giochi di potere, ma siano finalizzate a razionalizzare i costi e a rendere più efficiente l’industria del credito“.