Confprofessioni conferma al Senato il ruolo di ispiratori che gli studi professionali possono avere per l’attuazione dei decreti delegati del Jobs Act. Lo ha spiegato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante la sua audizione alla Commissione Lavoro di Palazzo Madama.
“Gli studi professionali – ha detto il presidente di Confprofessioni – possono essere un valido banco di prova per l’attuazione dei decreti delegati del Jobs Act, ma soprattutto rappresentano un punto di riferimento all’interno del mercato del lavoro per sperimentare innovativi modelli contrattuali tesi alla creazione e alla stabilizzazione di posti di lavoro”.
Al Senato Confprofessioni si è espressa su altri due decreti legislativi del Jobs Act relativi alle misure di conciliazione delle esigenze di cura, vita e lavoro e al riordino delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni.
“Con l’ipotesi di rinnovo del Ccnl degli studi professionali, sottoscritto da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali di categoria lo scorso 17 aprile – ha proseguito Stella – abbiamo adottato una moderna regolazione dei rapporti di lavoro ed un nuovo assetto del welfare nell’ambito delle attività professionali. Per esempio la forte incidenza femminile nella popolazione degli studi (circa il 90% della forza lavoro) ha permesso di conciliare tempi di vita e di lavoro grazie al ricorso a forme di lavoro a tempo parziale. Oltre ad una piena disciplina delle ipotesi di flessibilità abbiamo introdotto disposizioni dirette a sostenere nuove assunzioni stabili, mediante la maturazione progressiva di diritti e tutele che potrà anche accompagnare gli istituti di recente messi a disposizione dal legislatore”.