Roma, Milano e Torino restano le tre città con il maggior valore in tutta Italia in termini di capitalizzazione borsistica. È quanto emerge da uno studio di Simon-Kucher & Partners, società di consulenza direzionale, che anche quest’anno ha analizzato la capitalizzazione azionaria delle imprese incluse nel FTSE MIB.
Grazie a una copertura pari a quasi alla metà della capitalizzazione totale delle imprese incluse nell’indice (42%), Roma si conferma in testa alla speciale graduatoria stilata con un totale capitalizzato di oltre 180 miliardi. Milano riesce ad affermarsi al secondo posto (84,2 miliardi), distanziando Torino di circa sei punti percentuali (60,6 miliardi).
“È ancora una volta grazie alla presenza sul proprio territorio degli headquarter di importanti realtà quali Eni, Enel e Unicredit che Roma si trova oggi saldamente in prima posizione“, commenta il dott. Danilo Zatta, Partner per l’Italia per Simon-Kucher.
Tuttavia, facendo riferimento alla capitalizzazione media nelle diverse città, emergono diverse situazioni interessanti. Con la creazione di CNH Industrial e FCA, si è verificato uno spostamento delle sedi legali di importanti brand da Torino ai Paesi Bassi. Di conseguenza, il capoluogo piemontese vede oggi due sole aziende sul proprio territorio, ma con una capitalizzazione media di 30 miliardi di euro. Un risultato dovuto principalmente alla ottima performance di Intesa Sanpaolo. La maggior capitalizzazione borsistica di Milano è invece spalmata su un numero maggiore di aziende (nove), che quindi si trova ad avere una capitalizzazione media di nove miliardi.
Trieste si conferma poi come una delle città a più elevata capitalizzazione media con 26,8 miliardi, realizzati dalla sola Assicurazioni Generali.
Milano, quindi, grazie al sensibile aumento della capitalizzazione di Luxottica e Telecom Italia e alla costante presenza di aziende del calibro di Mediaset, Mediobanca e Pirelli, vede crescere sensibilmente il proprio valore aggregato rimanendo stabile ai piani alti della classifica, ma non ancora in grado di superare Roma.
Da un’analisi aggregata, le tre principali città italiane (Roma, Milano e Torino) generano complessivamente 325 miliardi di euro, ovvero il 76% della capitalizzazione complessiva delle imprese italiane quotate in Borsa (che ammonta a 430 miliardi).
Se le prime cinque posizioni rimangono invariate, si presentano quindi Bologna (6,6 miliardi), in sesta posizione grazie alle ottime performance di UnipolSai, e Bergamo settima (6,3 miliardi), che si conferma nella Top 10. Firenze (4,7 miliardi) scivola in undicesima posizione, mentre Modena (3,8 miliardi), grazie alla presenza di Banca Popolare Emilia Romagna, guadagna due posizioni e si colloca in tredicesima posizione. Genova si ripropone nella lista (18esima) grazie ad Ansaldo, che con i suoi 1,9 miliardi viene nuovamente inclusa nell’indice FTSE MIB (era stata esclusa da marzo 2014 ad aprile 2015).
Nonostante non rientrino nella Top 10, nel 2015 continuano ad essere presenti nella lista FTSE MIB anche alcuni piccoli centri urbani grazie ad aziende storiche come Campari (Sesto S. Giovanni), Mediolanum (Basiglio) e Tod’s (S. Elpidio a Mare). Si conferma infine anche la piccola realtà di Zola Predosa grazie al crescente successo dell’e-store multi-brand di moda e design Yoox.
Se, come commenta Zatta, “in Italia si nota come non siano solo le grandi città a poter raggiungere posizioni di leadership in classifica“, è pur vero che questo tipo di frammentazione si riscontra anche in Germania, un Paese molto forte economicamente, in cui la struttura urbana e industriale delle Pmi è sotto certi aspetti simile all’Italia.