Ripresa economica. Parole pronunciate da tanti ma che, nel business quotidiano delle imprese, in pochi vedono. E a conferma di quella che non è solo una sensazione ma una buia realtà, arriva un sondaggio sulla politica economica del Governo svolto dalla Fondazione nazionale dei Commercialisti, dal quale emerge una grande preoccupazione per la situazione delle piccole imprese e del mondo del lavoro autonomo in generale, per i quali mancano anche minimi segni di ripartenza.
I commercialisti intervistati nel sondaggio apprezzano gli interventi del Governo a favore delle Pmi, come il taglio dell’Irap e la flessibilità sul mercato del lavoro, ma li giudicano insufficienti per garantire una solida ripresa economica. Relativamente al Jobs Act, la maggioranza dei commercialisti intervistati pensa che, pur essendo apprezzabili le misure prese sul piano della flessibilità e delle condizioni del mercato del lavoro italiano, la crisi della domanda proveniente dal mercato interno, le rende di fatto inefficaci per la ripresa economica.
Il punto è proprio questo. La quasi totalità dei commercialisti coinvolti nel sondaggio crede che, fino a quando non ci sarà una vera ripresa della domanda interna, il contratto a tutele crescenti darà luogo quasi esclusivamente a stabilizzazioni di posti di lavoro a termine o di altre forme di precariato anziché a nuove assunzioni.
Del resto, le conclusioni del sondaggio parlano chiaro. Le misure adottate dal Governo sono sostanzialmente dei palliativi perché non aggrediscono i veri problemi che, a detta dei commercialisti, sono d’intralcio alla ripresa economica dell’Italia: l’inefficienza della Pubblica amministrazione e l’assetto istituzionale del Paese.