La minaccia dell’Isis non sembra frenare le attività esplorative ed estrattive di Eni in Nordafrica. La compagnia del cane a sei zampe è rimasta praticamente l’unico player internazionale pienamente attivo in Libia e anche in Egitto Eni macina un record dopo l’altro.
Nel deserto occidentale egiziano ha infatti toccato il livello top di produzione di 70mila barili di olio al giorno, raddoppiando in tre anni il livello produttivo nell’area. Un risultato ottimo per Eni, che deriva soprattutto dalla concessione di Melehia, località situata 290 chilometri a ovest di Alessandria d’Egitto, dove la produzione ha raggiunto quota 54mila barili al giorno in seguito ai successi esplorativi raggiunti nei temi geologici profondi.
La parte rimanente della produzione egiziana di Eni deriva dalle licenze di sviluppo di Ras Qattara, Raml e West Razzak, mentre lo scorso gennaio la società ha firmato un nuovo accordo di concessione per operare nel blocco Southwest Melehia. Entro il 2015, Eni avvierà nella zona l’attività esplorativa, poiché considera questa concessione come elemento chiave per la sostenibilità della crescita della propria produzione nel deserto occidentale egiziano.
Ricordiamo che Eni, attraverso la controllata International Egyptian Oil Company (IEOC), detiene il 76% nella concessione della zona di Melehia e che è presente in Egitto oltre 60 anno (dal 1954, per la precisione); nel Paese dove opera attraverso IEOC ed è il principale produttore con una produzione nel 2014 di circa 210mila barili al giorno.