E meno male che la ripresa sarebbe nell’aria… A dire il vero, probabilmente, si è presa una pausa per godersi le vacanze di Pasqua, lasciando gli italiani ancora nell’incertezza del futuro. Come spiegarsi, altrimenti, il fatto che l’85,1% dei nostri connazionali trascorrerà a casa i giorni di Pasqua, evitando viaggi e persino i ristoranti?
La percentuale (pari a circa 51 milioni di persone) non è sgorgata a caso ma è frutto delle previsioni di Federalberghi, che ha commissionato un sondaggio all’Istituto ACS Marketing Solutions dal 23 al 27 marzo su un campione di 3.001 italiani maggiorenni rappresentativo di oltre 50 milioni di connazionali maggiorenni.
Secondo l’associazione degli albergatori di Confcommercio, per il weekend di Pasqua “segnano tempo instabile le previsioni sul movimento turistico degli italiani”, per usare le parole del presidente Bernabò Bocca. Che poi conferma i dati di cui sopra: “Infatti addirittura l’85,1% di italiani, pari a circa 51 milioni di persone, non si muoveranno di casa per il periodo pasquale, evidenziando tra i motivi della non-vacanza fondamentalmente quelli economici (49,4% dei casi), seguiti dai motivi famigliari (21,9%) e da motivi di salute (17,1%)”.
“Una situazione che impone misure straordinarie”, secondo Bocca, il quale sottolinea che nemmeno i 9 milioni di italiani in viaggio a Pasqua e Pasquetta faranno la differenza sull’industria turistica italiana, in quanto “per quasi il 50% opteranno tra la casa di parenti o amici e la casa di proprietà, rendendo ancor più esiguo il reale movimento turistico in grado di generare giro d’affari ed animare l’economia“.
“Per un risultato finale – è l’amara conclusione del presidente di Federalberghi – che deve far riflettere attentamente Governo e Parlamento ai quali chiediamo l’adozione di misure straordinarie quali un alleggerimento della pressione fiscale e degli altri costi che gravano sul sistema ricettivo ed una revisione degli incentivi per chi crea lavoro, in quanto il contratto a tutele crescenti può andar bene per le imprese che hanno una domanda ‘piatta’, ma è di fatto inapplicabile per il turismo interessato da notevoli fluttuazioni della domanda che impongono il ricorso principalmente a contratti a tempo determinato“.
E se gli albergatori piangono, i ristoratori non ridono. Secondo i dati emersi dall’indagine che, come ogni anno, la Fipe – la federazione dei pubblici esercizi – ha condotto prima di Pasqua, è prevista una diminuzione dell’11% della clientela dei ristoranti per la domenica di Pasqua e di circa il 15% a Pasquetta. Fipe prevede che i clienti saranno circa 6,4 milioni, per una spesa complessiva di 264 milioni di euro, mentre i ristoranti in attività subiranno un calo: dal 94% del 2014 al 92% di quest’anno.
Sembrerebbe che, almeno quest’anno, il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” non funzioni…