La Cgil ha scattato una interessante fotografia dei professionisti nella ricerca “Vita da professionisti”, dalla quale emerge che la maggior parte di loro è interessata a una maggiore continuità occupazionale, oltre a più tutele, più diritti compensi maggiori.
Sempre secondo la ricerca elaborata dall’Associazione Bruno Trentin insieme alla Consulta delle Professioni della Cgil e alla Filcams Cgil, i professionisti hanno quasi zero possibilità di contrattare il proprio reddito e le condizioni contrattuali e ben il 45% di loro dichiara di guadagnare meno di 15mila euro all’anno.
La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo dei circa 3,4 milioni di professionisti censiti secondo i dati Isfol. Il 58,4% di loro sono uomini, il 41,6% da donne divisi tra professioni regolamentate (35%) e non regolamentate (65%); il 46% diplomati e il 53% da laureati o più, distribuiti su tutto il territorio nazionale, con concentrazione nelle grandi città.
Una delle cose più interessanti emersa dalla ricerca è l’autopercezione e autodefinizione che i professionisti hanno proprio stato lavorativo. Il 68,5% degli intervistati si sente infatti “professionista-lavoratore autonomo con scarse tutele”, 17,9% “professionista-lavoratore autonomo” e il 13,6% “professionista-lavoratore non regolarizzato.
Gli obiettivi dei professionisti intervistati sono per la maggior parte dei casi una maggiore continuità occupazionale e più tutele (51%), un compenso più elevato (34%), un lavoro stabile con contratto a tempo indeterminato (15,1%).
In sostanza, la ricerca della Cgil rivela luci e ombre sul mondo dei professionisti italiani di oggi: “La maggior parte – conclude infatti la ricerca – non si percepisce in una condizione di falsa autonomia ma come un professionista indipendente che opera sul mercato, col bisogno di continuità occupazionale, più diritti e tutele, compensi più elevati”.