Come abbiamo scritto ieri, l’ e-commerce è una straordinaria opportunità da non perdere per tutte quelle piccole e medie imprese italiane che vogliono restare sul mercato, aumentare i fatturati e proporsi a una clientela potenzialmente globale. Peccato, però, che ci troviamo prigionieri di paradossi anche nei campi dove le nostre Pmi potrebbero fare la differenza.
Prendiamo il campo del vino, per esempio, dove la ricerca del sito di e-commerce Tannico.it “La rivoluzione dei canali online nel mercato del vino” ha messo in luce una stranezza tutta italiana. Secondo quanto emerge dallo studio, infatti, pur essendo il nostro Paese il secondo produttore mondiale di vino, è l’ultimo nella vendita online tra i grandi produttori mondiali, con una percentuale ridicola: 0,2%.
E dire che le cifre della produzione e del mercato sono di tutto rispetto: 4,4 milioni di ettolitri annui prodotti, per un business da 14,6 miliardi di euro. Eppure, per quanto l’ e-commerce di vino in Italia faccia registrare crescite del 30% annuo, lo 0,2% di cui sopra ci pone ben lontani dalla media mondiale dell’1,8% e taglia fuori le nostre Pmi da mercati in espansione come, per esempio, quello cinese.
Proprio la Cina, secondo Tannico.it, è il Paese con la penetrazione del canale online più alta (27%), perché il consumatore cinese considera l’ e-commerce il mezzo più efficace e rapido per accedere al mercato del vino che, nel Paese asiatico, è pressoché privo di canali di vendita diretta.
Proprio quelli che, invece, abbondano in Italia e che fanno sì che i consumatori nostrani si indirizzino sempre e comunque sul punto vendita fisico. Secondo Tannico.it, infatti, in Italia nella grande distribuzione si concentra l’86,3% delle vendite, mentre il rimanente 13,7% se lo dividono la vendita diretta e l’ e-commerce.
Da un lato, quindi, vi è uno scarso utilizzo dell’acquisto online da parte del consumatore, dall’altro una scarsa propensione da parte di imprese vinicole e cantine nell’utilizzare l’ e-commerce per vendere i propri prodotti. Chi lo fa, utilizzando marketplace propri o affidandosi a siti come Tannico.it, può quindi vendere tanto in Italia quanto all’estero.
E se all’estero ancora l’esposizione del nostro e-commerce deve ingranare, dalle dinamiche di acquisto in Italia analizzate dal sito emergono dati interessanti. Intanto, la Valle D’Aosta è la regione con lo scontrino medio più alto (141,02 euro), seguita da Sardegna (104,08 euro) e Umbria (103,79 euro). Non stupisce che in fondo alla classifica, con una spesa media intorno ai 100 euro, ci siano regioni molto “vinicole”: Triveneto, Emilia-Romagna e Piemonte.
Altro dato interessante è la vivace mobilità extra regionale dei vini, ossia si tendono ad acquistare online vini di altre regioni e non autoctoni. Ecco così che il Gewurztraminer va forte in Calabria, Campania e Sicilia e il Lambrusco in Calabria, Puglia e Valle D’Aosta. Significativo, in questo senso, il commento di Marco Magnocavallo, fondatore di Tannico.it: “L’ e-commerce del vino si mostra un’efficace strumento per ‘esportare’ il vino non solo all’estero, ma anche in aree del Belpaese diverse da quelle di origine. I produttori di vino che si aprono al canale e-commerce possono così accedere a un mercato più ampio, non legato al territorio di produzione e basato esclusivamente sulla domanda dei clienti”.