Italia, Paese di poeti, santi, navigatori e di… design. Almeno questo è quanto emerge dallo studio Design Market Monitor, condotto dalla Fondazione Altagamma insieme a Bain&Company, secondo il quale il design made in Italy è risalito ai livelli pre-crisi.
Secondo lo studio Altagamma, il mercato mondiale del design nel 2014 ha totalizzato la bellezza di 90 miliardi di euro che salgono alla cifra astronomica di 360 miliardi se si considera anche il cosiddetto design unbranded. Ma c’è design e design, e quello che fa la differenza, il design alto di gamma, cuba quasi 30 miliardi sul totale (29 per la precisione), 8,3 dei quali sono appannaggio del design italiano. Vuoto per pieno, si parla di circa il 30%. Mica male.
Se poi si sale ancora di più, nell’altissimo di gamma, il cosiddetto pure design (valore totale 18 miliardi), l’Italia è regina incontrastata: siamo infatti i primi produttori ed esportatori, con una quota di mercato pari al 39%. All’interno di questa, l’Italia detiene il 35% del mercato dell’illuminazione e il 34% di quello del cosiddetto living&bedroom.
Secondo lo studio di Altagamma, anche nel settore del design le imprese italiane confermano la loro fortissima vocazione all’export, con il 67% della produzione destinata al di fuori dei confini nazionali. In aumento nel 2014 le esportazioni di prodotti di design italiano nei Paesi emergenti (+7%), negli Stati Uniti (+6%) e in Europa (+1%).
Per chiudere in bellezza con le cifre, lo studio di Altagamma rileva che gli operatori italiani del settore design sono 190 su 360 e totalizzano un fatturato medio di 45 milioni di euro a prezzi retail, contro i 120 degli operatori esteri.
Secondo il vicepresidente di Fondazione Altagamma, Armando Branchini, “le aziende italiane hanno un ruolo importantissimo che si sono costruite negli anni attraverso una straordinaria capacità di progettazione e industrializzazione del prodotto. Le sfida da ora in poi sono quelle della crescita dimensionale, di andare sempre di più verso il mercato finale, ed essere conosciuti dal consumatore finale ma anche conoscere il consumatore finale per capire che cosa ha bisogno nel settore dell’arredamento e del design”.