Ogni tanto anche il sistema bancario si accorge delle difficoltà delle imprese con il credito e prova ad andare a loro incontro. Come dimostra l’ Accordo per il Credito 2015 siglato tra l’Abi e le principali associazioni d’impresa.
Un accordo che ha come obiettivo quello di ridare liquidità e slancio alle Pmi italiane, principalmente attraverso tre strumenti che costituiscono le tre direttrici lungo le quali si muove l’ Accordo per il Credito 2015: Imprese in Ripresa, Imprese in Sviluppo, Imprese e Pa.
- Imprese in Ripresa. In base a questo strumento, le Pmi cosiddette “in bonis” (ossia quelle che non hanno problemi di pagamenti) possono sospendere la quota capitale delle rate di mutui e leasing eventualmente accesi, o allungare il piano di ammortamento dei loro mutui e delle loro scadenze del credito a breve termine, oltre che del credito agrario.
- Imprese in Sviluppo. Le banche che aderiscono a questo strumento costituiscono plafond individuali per finanziare i progetti imprenditoriali delle Pmi; il finanziamento può essere esteso anche all’aumento del circolante per finalizzare investimenti realizzati o in corso, oppure alla capacità operativa che servisse alle imprese per far fronte a nuovi ordinativi.
- Imprese e Pa. Aggiorna i contenuti delle recenti disposizioni legislative in tema di smobilizzo dei crediti delle imprese verso la Pa.
L’ Accordo per il Credito 2015 impegna anche l’Abi e le associazioni d’impresa a sottoscrivere un accordo con l’Agenzia delle Entrate che consenta alle imprese che hanno richiesto il rimborso di un credito di natura fiscale di ottenerne l’anticipazione bancaria.
Dopo la sottoscrizione da parte dell’Abi e delle associazioni d’impresa, l’ Accordo per il Credito 2015 è stato trasmesso al ministero dell’Economia e delle Finanze e al ministero dello Sviluppo Economico e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2017.