Il 730 precompilato dovrebbe essere una grande rivoluzione mentre, invece, potrebbe essere un flop. Da tempo si sa che, a partire dal 15 aprile, sul sito dell’Agenzia delle entrate sarà disponibile per i lavoratori dipendenti e assimilati il modello di 730 precompilato, che i contribuenti potranno accettare o modificare direttamente online. In questo, le Entrate non si sono risparmiate in quanto a pubblicità, magnificando la rivoluzione fiscale portata dal 730 precompilato.
Più si avvicina la scadenza, però, più sembra che questa rivoluzione non convinca. Secondo un monitoraggio condotto da Confesercenti SWG sull’introduzione e l’utilizzo del 730 precompilato, solo il 25% dei contribuenti utilizzerà il nuovo strumento, il 47% farà riferimento al Caf, come sempre, e il 28% si appoggerà al commercialista.
Infatti, ben il 66% dei contribuenti ancora non ha richiesto le credenziali Fisconline o il Pin dispositivo dei servizi online dell’Inps che servono per poter accedere al servizio del 730 precompilato. Un servizio sul quale il 21% degli intervistati nel sondaggio è scettico, considerandolo poco efficace. Se non altro, il 34% lo ritiene utile mentre un 41% non si pronuncia.
Secondo Confesercenti il sondaggio testimonia che non basta “portare online le dichiarazioni per avere una vera semplificazione. Il fisco in Italia è molto complesso, e gli italiani ritengono di dover ricorrere all’assistenza dei professionisti. Senza l’apporto dei Caf, infatti, il 730 precompilato potrebbe rivelarsi un flop. Per questo riteniamo sia da rivedere la scelta di addossare a Caf e commercialisti la responsabilità non solo per le sanzioni, ma addirittura per l’imposta. Una scelta che costringe i centri di assistenza fiscale, anche nel caso di dichiarazioni sbagliate a causa di documentazione errata o manchevole presentata dal contribuente, a pagare in sua vece non solo la sanzione, ma anche l’imposta mancante ed i relativi interessi. E a doversi rivalere, successivamente, sul contribuente stesso, con tutte i prevedibili oneri del caso. Una semplificazione forse utile per l’amministrazione tributaria, ma che porta ad aggravi ed incertezze aggiuntive per i centri di assistenza fiscali”.