Uno dei segmenti che fa registrare una crescita importante nel settore della enologia italiana è quello dei vini biologici certificati. Si tratta di vini che vengono per lo più da cantine piccole o piccolissime e che sono frutto di una forte attenzione per l’ambiente; inoltre, particolare per nulla trascurabile, sono vini che piacciono sempre più sui mercati internazionali, anzi, spesso le cantine che producono questi vini biologici sono più conosciute all’estero che in Italia.
Un successo che rende l’Italia il primo produttore europeo di vini biologici, che in numeri si traducono in 5 milioni di quintali di uva da vino raccolti ogni anno su una superficie coltivata dedicata pari all’11% dell’estensione nazionale, per una produzione di vini biologici che pesa il 7% del totale nazionale.
L’altra faccia dei vini biologici è quella dei cosiddetti vini naturali. Una nicchia nella nicchia che, secondo l’unica rilevazione scientifica disponibile realizzata da Servabo (progetto di editoria condivisa che ne ha censito i produttori), rappresenta solo l’1,64% della superficie vitata nazionale e dà lo 0,74% alla produzione enologica italiana totale. Numeri indubbiamente molto piccoli ma in deciso aumento tanto che, a Vinitaly 2015, vini biologici e vini naturali, saranno protagonisti con due saloni specializzati, Vinitalybio e Vivit, e con una collettiva Fivi.
Vinitalybio è giunto alla seconda edizione e ospita una settantina di aziende, per le quali è stato realizzato da Veronafiere un incoming dedicato di buyer da Germania e Belgio. All’interno di Vinitalybio sarà attiva l’Enoteca bio, con degustazione di tutti i vini biologici presenti a Vinitaly 2015, in modo da coinvolgere anche le aziende che, in altri padiglioni, oltre ai vini prodotti con metodi convenzionali propongono una linea di vini biologici certificati.
Vivit è invece la consueta vetrina dei vini artigianali, con oltre 120 cantine presenti, provenienti, oltre che dall’Italia, da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia.