Fino ad oggi ci siamo occupati principalmente di quanto poco sia conveniente farsi anticipare il Tfr in busta paga, soprattutto dal punto di vista fiscale. Ma, se volessimo invece spezzare una lancia per quanti il Tfr in busta paga lo vogliono fortissimamente, quanto sarebbe il beneficio economico per ciascuno di loro?
Si tratta di una questione di calcoli matematici che ha fatto la Cgia per capire, a seconda dell’inquadramento aziendale del dipendente, quanta liquidità si ritroverebbe in più a fine mese facendosi anticipare il Tfr in busta paga. La Cgia ha ipotizzato lo scenario per un operaio (stipendio 1200 euro netti/mese), un impiegato (stipendio 1600 euro netti/mese), un quadro o dirigente (stipendio 3000 euro netti/mese).
- Operaio: Tfr in busta paga 71 euro; Tfr netto accantonato 93 euro;
- Impiegato: Tfr in busta paga 112 euro; Tfr netto accantonato 134 euro;
- Quadro o dirigente: Tfr in busta paga 214 euro; Tfr netto accantonato 253 euro.
Di fronte a questi calcoli, a ciascuno è lasciata la libertà di scegliere se la somma che riceverebbe mensilmente facendosi anticipare parte del Tfr in busta paga è determinante per migliorare il proprio bilancio familiare o meno. Certo sarebbe bene che l’operaio, l’impiegato, il quadro o il dirigente in questione ricordassero qual è il meccanismo di tassazione del Tfr e del reddito. Il Tfr accantonato è soggetto a una tassazione separata che parte dal 23% e sale parallelamente alla retribuzione superando il 34% in caso di redditi da 94mila euro annui in su. La tassazione ordinaria cui è soggetto il Tfr in busta paga parte invece dal 23% per chi guadagna fino a 15mila euro, passa al 27% per i redditi compresi tra i 20mila e i 25mila euro, al 38% fino a 50mila euro, al 41% fino a 75mila e al 43% sopra i 75mila.
Senza dimenticare che la scelta di avere l’anticipo del Tfr in busta paga va fatta entro settembre 2015 per avere versamenti fino al giugno 2018 e che tale scelta è irreversibile fino al 2018.