Alla fine, con qualche difficoltà in più del previsto, il Tfr in busta paga sarà realtà dal mese di aprile 2015. La norma avrebbe dovuto essere effettiva già a partire dal corrente mese di marzo, ma il decreto che l’ha resa operativa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 19 marzo, ragion per cui chi aveva già fatto richiesta del Tfr in busta paga a partire da marzo si è trovato spiazzato.
Uno spiazzamento che, in un certo senso, potrebbe anche essere salutare dal momento che forse non è chiaro a tutti che la misura del Tfr in busta paga, voluta dal governo per rimpinguare le retribuzioni dei richiedenti in modo da poter rilanciare i consumi interni con una maggiore potenzialità di spesa, è in realtà un boomerang. Ossia, non conviene.
L’anticipo del Tfr in busta paga è infatti soggetto alla tassazione ordinaria e non a quella separata, ragion per cui, da più parti si sottolinea come sia più conveniente ricevere l’intero Tfr alla fine della propria carriera lavorativa anziché anticipato in busta paga.
Il Tfr percepito a fine carriera è infatti tassato separatamente secondo la media delle aliquote degli ultimi cinque anni, nelle quali compaiono anche le detrazioni per lavoro e per i carichi familiari. In caso di Tfr in busta paga, la quota di Tfr va a costituire reddito, con conseguente aumento della tassazione con l’aliquota marginale, quella che interessa la parte più alta del reddito.
Naturalmente, l’aumento di stipendio dato dall’introduzione del Tfr in busta paga porta a una riduzione delle detrazioni per i figli a carico e i quelle legati agli assegni familiari. Senza contare che sul Tfr di fine carriera non si applicano le addizionali regionali e comunali Irpef, a differenza di quanto accade con il Tfr in busta paga.
I conti, come scrivevamo, li hanno fatti in molti, e tra questi l’Ufficio Studi della Cgia: “Secondo i nostri calcoli – ha infatti sottolineato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – rispetto all’erogazione della liquidazione al termine del rapporto di lavoro, chi ne chiederà l’anticipazione pagherà più tasse per un importo che su base annua oscillerà tra i 230 e i 700 euro circa. Ovviamente l’aggravio fiscale tenderà ad aumentare al crescere del livello di reddito del soggetto richiedente”.
L’Ufficio Studi della Cgia ha calcolato che se un dipendente senza familiari a carico sceglie di avere il Tfr in busta paga, l’aggravio fiscale che lo colpisce va da 236 euro all’anno (reddito imponibile Irpef di 15mila euro) a 623 euro (reddito imponibile Irpef di 80mila euro).
La Cgia ha calcolato poi che, se colui che richiede l’anticipo del Tfr in busta paga ha moglie e un figlio a carico, l’aggravio fiscale sarà tra i 362 euro (reddito imponibile Irpef di 15mila euro) e i 696 euro (reddito imponibile Irpef di 80mila euro).