Quando un ragazzo è di fronte alla scelta della facoltà universitaria cui iscriversi, oltre che alle proprie inclinazioni dovrebbe guardare anche a quelle che sono le professioni più ricercate dal mercato del lavoro in quel momento, per poter sperare di non ritrovarsi, dopo pochi anni, laureato e disoccupato. Se lo facesse, forse andrebbe a infoltire le schiere degli ingegneri.
Il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri ha infatti comunicato, attraverso una nota, che nel 2014 la richiesta di ingegneri da parte delle imprese in Italia ha visto un’impennata del 9% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, il numero degli ingegneri in cerca di lavoro è sceso del 6,8% rispetto al 2010.
Tradotte in numeri, queste percentuali dicono che il numero degli ingegneri disoccupati è passato dai circa 30mila del 2013 ai 27.300, del 2014; i posti di lavoro destinati agli ingegneri e occupati sono passati invece dai 16.360 del 2013 ai 17.840 dello scorso anno.
È pur vero però che, come ricorda il Consiglio Nazionale Ingegneri, il miglioramento della situazione occupazionale non nasconde comunque che, almeno in Italia, i livelli di disoccupazione che interessano gli ingegneri sono ancora troppo alti rispetto alla media europea e rispetto a quelli che erano i livelli pre-crisi. Sono infatti oltre 27mila i laureati in ingegneria in cerca di occupazione e 150mila gli ingegneri disoccupati che, però, non sono in cerca di un lavoro.
Anche sul fronte degli ingegneri, poi, il Cni rileva che, l’Italia è spaccata in due. Mentre al Nord e al Centro i minimi segnali di ripresa ci sono, al Sud le offerte di lavoro per i laureati in ingegneria sono scese del 21,4% dal 2013 al 2014.