Chi di tweet ferisce, di tweet perisce. Il presidente del Consiglio Renzi è un fan del social network dell’uccellino e sa benissimo che su Twitter ogni iscritto può rispondere per le rime alle sue dichiarazioni e può farlo senza filtri. Come i tributaristi dell’Int, per esempio.
Gli associati dell’Istituto Nazionale Tributaristi hanno infatti partecipato ai vari tweet bombing su gestione separata e regime dei minimi e ora utilizzano i 140 caratteri di Twitter per comunicare a Renzi e ad altri esponenti del Governo il loro disagio per un sistema fiscale troppo complesso ed esoso. Nel contempo, però, esprimono anche la volontà di collaborare a migliorarlo, questo sistemaccio.
Tutto questo è stato espresso (e continuerà a essere espresso…) con un primo tweet inviato al premier e al sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che contiene l’hashtag, definito permanente, #INTtributaristi: “Serve riforma fiscale giusta, urgente taglio adempimenti @matteorenzi @PPBaretta noi ci siamo @istTribint #INTtributaristi @richidj1”
Tutti i prossimi tweet, che riguarderanno principalmente probtlematiche fiscali, conterranno sempre sia l’hashtag, sia l’indirizzo di Renzi mentre cambieranno gli altri destinatari.
Pochi caratteri, quanti quelli concessi da Twitter, ma sentiti, che esprimono una grandissima voglia da parte dei tributaristi italiani di vedere concretizzato il cambiamento di rotta annunciato dal premier anche in campo fiscale.
“Siamo ormai in un continuo stato di tensione, sia per gli innumerevoli adempimenti previsti dalla normativa fiscale, sia per il ruolo di vero e proprio filtro che svolgiamo tra contribuente e fisco, e solo chi sta in uno studio si rende conto di ciò che accade e delle crescenti difficoltà non solo delle imprese ma dei contribuenti in genere“, ha dichiarato il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi Riccardo Alemanno.
“Sarebbe opportuna – ribadisce Alemanno a nome dei tributaristi italiani – se non una tregua normativa, almeno una maggiore attenzione e riflessione nell’emanare provvedimenti in campo fiscale: troppi cambiamenti spesso non coordinati o senza indicazioni precise che mettono in difficoltà contribuenti e consulenti, c’è necessità di tagliare gli adempimenti non di sostituirli o crearne di nuovi. Mi auguro che i prossimi decreti tributari siano ben valutati e magari analizzati in contraddittorio con chi realmente opera sul campo, prima di essere emanati. Noi, come sempre, ci siamo e nonostante tutto, siamo sempre più convinti che solo attraverso la collaborazione e il confronto preventivo, volto a migliorare le norme e non a porre veti, si possano raggiungere risultati positivi“.