Se da più parti si grida già alla ripresa dopo i primi dati macro e micro economici relativi all’inizio del 2015, c’è un settore che di ripartire, purtroppo, non sembra avere la minima intenzione. È il settore dell’ edilizia italiana.
Secondo l’Istati, infatti, negli ultimi 5 anni l’ edilizia italiana ha perso quasi il 25% degli occupati e anche i dati relativi al 2014 sono tutt’altro che tranquillizzanti: 500mila posti di lavoro in meno tra la fine del 2009 alla fine del 2014, con un’ edilizia italiana che è passata da 1 milione e 964mila occupati a 1 milione e 454mila. Una sfilza di segni meno che parte dal terzo trimestre del 2010 e prosegue ininterrottamente fino alla fine dello scorso anno: 18 trimestri consecutivi di cali, senza alcun rimbalzo, né grande, né piccolo.
Una situazione che non lascia per nulla tranquilli imprese e addetti del settore, dal momento che quello dell’ edilizia italiana è un caso unico nell’economia del nostro Paese. Se, infatti, l’industria in generale ha percepito qualche segnale di ripresa dalla metà dello scorso anno in poi, il settore dell’ edilizia italiana è stato invece sempre depresso e in recessione. Se lo ricordano bene gli addetti dell’ edilizia italiana il primo semestre del 2013, quando gli occupati del settore scesero di ben il 12% tra aprile e giugno.
Ciò che ha trascinato a fondo il settore dell’ edilizia italiana è stato soprattutto il crollo del mercato immobiliare, insieme allo stallo nelle grandi opere; capitolo grandi opere che porta con sé un’altra pesantissima zavorra per l’ edilizia italiana: il ritardo nel pagamento dei debiti della Pa verso le imprese.
A rincarare la dose, oltre all’Istat, ci pensano anche i dati aggiornati di Bankitalia, secondo i quali a gennaio 2015 i prestiti elargiti dalle banche alle imprese dell’ edilizia italiana hanno toccato la cifra record di 154 miliardi, quasi tre quarti di quanto gli istituti di credito hanno iniettato nell’intero settore manifatturiero italiano: 211 miliardi. E anche nel rapporto tra prestiti erogati e sofferenze bancarie, i rapporti di forza sono più o meno i medesimi: 185 miliardi di sofferenze bancarie a gennaio, dei quali 39 da imprese dell’ edilizia italiana e 35 dall’intero settore manifatturiero.
Vie d’uscita per l’ edilizia italiana? Le imprese del settore guardano con speranza al risanamento dei debiti Pa, oltre alle grandi opere che dovrebbero essere fatte ripartire dai provvedimenti contenuti nel decreto Sblocca-Italia. Se, a questo, si aggiunge il fatto che qualche timido segnale di ripresa arriva anche dal mercato immobiliare, qualcuno prova anche a sperare. Perché, oltre alla speranza, rischia di rimanere ben poco.