Da quando è partita la crisi nera, 7 anni fa, il settore dell’ edilizia è forse quello che, in Italia, l’ha patita con maggior ferocia. E, mentre tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 l’economia ha provato a dare qualche segnale di risveglio, per l’ edilizia sembra ancora notte fonda.
Lo conferma un’analisi di Confartigianato, secondo la quale quello appena passato è stato l’ennesimo anno nero per l’ edilizia italiana. Il 2014, infatti, ha visto crollare il valore della produzione di quasi il 7% (6,9%), valore che, nella media dei Paesi Ue, è invece cresciuto dell’1,9%. Un dato su tutti che deve far riflettere, secondo Confartigianato, è quello della Spagna, dove il settore dell’ edilizia è sì sprofondato del 57,1% nel quinquennio 2004-2009, ma lo scorso anno si è impennato del 16%, mentre la locomotiva Germania è cresciuta del 2,4%.
La crisi dell’ edilizia ha portato nel 2014 alla chiusura di altre 13mila imprese artigiane (13111, -2,4%) in un settore dove le imprese artigiane sono quasi 550mila (536.814), danno lavoro a quasi un milione di persone (835.963) e cubano il 38,8% dell’artigianato italiano.
A commento dell’analisi sulla crisi del settore dell’ edilizia condotta da Confartigianato, le parole più autorevoli sono quelle di Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Edilizia: “Di fronte a questo scenario – emerge in modo evidente la necessità di misure strutturali per rilanciare le costruzioni e dare una scossa salutare a tutta l’economia italiana, assicurando una risposta alla domanda abitativa, infrastrutturale e di riqualificazione urbana. È necessario far ripartire gli investimenti in infrastrutture, sbloccando la realizzazione di opere pubbliche a livello locale e modificando le regole del patto di stabilità interno. Inoltre, non è più rinviabile il piano contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza antisismica“.
Nonostante questo, però, la voglia di vedere positivo nella strage dell’ edilizia c’è. Secondo Confartigianato, infatti, il settore delle costruzioni ha mostrato “un timido segnale positivo alla fine del 2014”: tra novembre e dicembre, il valore della produzione ha segnato un +2,3% a fronte di una -0,5% nell’Ue a 28. Fiammella in fondo al tunnel della crisi per l’ edilizia?