I commercialisti plaudono alla proposta di legge, approvata al Senato e attualmente in discussione alla Camera, in materia di esercizio abusivo di professione e di obblighi professionali. Lo ha confermato il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Davide Di Russo, durante un’audizione alla Commissione Giustizia di Montecitorio: “La proposta di modifica all’articolo 348 del codice penale, che introduce un inasprimento sanzionatorio del delitto di esercizio abusivo di professione – ha detto – risulta assolutamente coerente con l’esigenza di tutelare l’interesse pubblico”.
“Modificare l’articolo 348 del codice penale, inasprendo le pene per attua esercizio abusivo di professione – ha proseguito Di Russo – ci pare utile affinché determinate attività caratterizzanti una professione siano svolte, per la delicatezza della materia in cui si estrinsecano e la rilevanza degli interessi coinvolti, da soggetti le cui competenze siano verificate attraverso il conferimento di un’abilitazione statale”.
Per Di Russo, la previsione contenuta nella proposta di legge sull’ esercizio abusivo di professione “è un implicito e apprezzabile riconoscimento delle garanzie connesse all’iscrizione all’Albo, che assicurano il possesso delle competenze tecniche necessarie allo svolgimento dell’attività, attraverso un percorso formativo universitario, un tirocinio, un esame di abilitazione e, poi, mediante il costante aggiornamento cui l’iscritto è obbligato”.
Garanzie che, ha proseguito Di Russo, scoraggiando l’ esercizio abusivo di professione “tutelano inoltre il cliente dalle conseguenze derivanti da errore professionale, mediante l’obbligo per l’iscritto di stipulazione di polizza obbligatoria; e assicurano un’attività improntata ai principi deontologici, cui solo l’iscritto è vincolato, pena applicazione di sanzione nell’ambito del sistema disciplinare professionale”.