Quella dell’ imposta sui contanti versati in banca stava diventando una notizia che, se confermata, avrebbe acceso (figuratamente…) un candelotto di dinamite sotto alla sedia del premier Renzi. Nei giorni scorsi era infatti circolata la voce che, per combattere l’evasione fiscale, oltre a misure sensate il governo stava pensando di introdurre una imposta sui contanti versati in banca, superiori ai 200 euro, che fosse crescente proporzionalmente al valore del versamento. Una bomba, appunto.
Ecco perché il Governo si è affrettato a smentire la voce, ricordando che anzi l’obiettivo dell’Esecutivo non è introdurre una imposta sui contanti versati in banca ma portare i limiti per l’uso del contante al livello europeo, alzandoli da 1.000 a 3mila euro. Un tetto più alto, dal momento che all’estero l’uso del contante è più limitato che in Italia, in quanto i pagamenti elettronici sono molto più frequenti che da noi. Quindi, niente imposta sui contanti versati in banca.
Il Governo non ha mai fatto mistero di puntare sullo sviluppo dei pagamenti elettronici come strumento di lotta all’evasione, come la fattura o lo scontrino elettronici, immediatamente tracciabili dal Fisco. Del resto, proprio l’ok al decreto delegato sulla fatturazione elettronica e online è legato a doppio filo l’aumento della soglia per l’uso del contante: se salta il primo, salta anche il secondo.
Insomma, sulla voce relativa alla imposta sui contanti versati in banca sembra essere stata messa la parola fine. Almeno per ora…