L’Ufficio studi di Confcommercio ha rilevato che tra il giugno del 2010 e il settembre del 2014 il credito alle imprese piccole e medie che le banche non hanno erogato è stato di ben 97,2 miliardi di euro.
Se poi si somma il credito alle imprese mancato a quello negato alle famiglie, dice Confcommercio, nello stesso periodo la percentuale di calo arriva a un significativo 6,6%. Si tratta naturalmente di una media: il calo dei prestiti alle famiglie è stato dell’1,1%, mentre il calo del credito alle imprese si è rivelato ben più consistente: -8,3%.
Oltre al danno, la beffa: le Pmi italiane che sono riuscite ad accedere al credito alle imprese hanno pagato e pagano interessi più alti di quanto accade negli altri Paesi dell’Eurozona. Se in Italia a ottobre 2014 i tassi per credito alle imprese fino a un milione di euro erano al 3,3%, in Francia nello stesso periodo di è registrato un 1,5% medio. Stanno peggio di noi in Spagna, dove i tassi per il credito alle imprese sono al 4,4%, meglio in Olanda (2,7%) e Germania (1,9%).
Confcommercio ha analizzato anche il capitolo oscuro dei costi accessori del credito alle imprese e anche su questo fronte non arrivano buone notizie. Oltre il 60% delle imprese ha registrato un aumento tra ottobre 2013 e marzo 2014. Tornando al paragone con i nostri competitor europei, a fronte di una media dell’Eurozona che parla di un +45%, in Francia siamo di poco sopra al 50%, mentre in Germania a meno del 20%.
Non stupisce quindi, secondo i dati di Confcommercio, il fatto che il numero di imprese finanziate sia calato del 17,4% (dal 22,2% del 2009 al 4,8% del terzo trimestre 2014). In termini percentuali, dal 2009 è anche sceso di molto il numero di realtà che ha chiesto alle banche credito alle imprese che è poi stato loro concesso: dal 64,2% al 29% del 2014.