La mancata proroga del blocco degli sfratti ha preso un po’ tutti di sorpresa. Come sempre accade, si è subito sollevato un polverone a ricordare la situazione delle famiglie bisognose a rischio (almeno 30mila secondo il Sunia, il sindacato degli inquilini), che senza il blocco degli sfratti si vedrebbero in mezzo alla strada. Tante verità ma anche tanta demagogia e una voce, quella di Assoedilizia, che canta un po’ fuori dal coro.
Il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, si è infatti espresso così in una nota sullo stop al blocco degli sfratti: “La mancata proroga del blocco degli sfratti, può esser letta come un segnale positivo dato dal Governo, che mira alla riconduzione alla naturale disciplina civilistica del rapporto di locazione, eliminando all’interno dello stesso forzature dovute all’interferenza di misure autoritative, sia pur introdotte per ragioni sociali. Un primo segnale per ripristinare la fiducia dei risparmiatori investitori nella casa. D’altronde la portata della misura è ormai ridotta ad un limitato numero di casi”.
“Sicché – ha proseguito Colombo Clerici – ben dovrebbe e potrebbe intervenire, per il sussidio alle famiglie bisognose, la solidarietà pubblica, attraverso il sistema dell’edilizia residenziale pubblica, che peraltro godrà di un finanziamento di 849 milioni, destinati in parte al recupero abitativo di alloggi popolari inutilizzati”.
“Non dimentichiamo – ha concluso Colombo Clerici – che spesse volte il contrasto tra proprietario e inquilino protetto si è risolto in un conflitto tra poveri, essendo il proprietario a sua volta bisognoso. E d’altronde il gravosissimo carico fiscale sugli immobili mal si concilierebbe con il permanere di un vincolo al contratto, foriero di una compressione della redditività dell’immobile stesso”.