Quella tra banche e imprese è una storia di amore e odio. Tanto munifiche con prestiti e finanziamenti nel momento in cui l’economia andava bene, tanto avare da sette anni a questa parte, quando la crisi ha cominciato a mordere e le imprese a chiudere. Perché il modo di dire secondo cui la banca ti presta l’ombrello quanto c’è il sole e te lo leva quanto piove, vale anche e soprattutto nel rapporto tra banche e imprese.
Ebbene, la storia si ripeterà con tutta probabilità a breve, quando la Bce comincerà ad applicare i nuovi coefficienti patrimoniali minimi da rispettare da parte degli istituti di credito, che impatteranno pesantemente sulle dinamiche tra banche e imprese. Se n’è accorta Rete Imprese Italia, che con il suo presidente Daniele Vaccarino ha emanato in merito una nota allarmata ma decisa: “Basta con nuovi provvedimenti anti-credito destinati alle banche che, inevitabilmente, rimbalzeranno in maniera pesante su tutte le imprese, ma soprattutto su quelle piccole“.
“Dopo oltre sette anni di crisi mondiale – prosegue Vaccarino -, sopportati con enormi sacrifici dal sistema produttivo, la Banca centrale europea non può ulteriormente inasprire i requisiti del capitale degli istituti creditizi senza considerare con attenzione gli impatti che questa operazione avrà sull’economia reale, cioè le imprese e le famiglie. C’è il rischio, concreto, di spalancare le porte a una nuova, nefasta, stagione di credit crunch“.
La storia tra banche e imprese continua. Ma, a differenza di quanto scritto all’inizio, rischia di diventare solo una storia di odio.