Ci sono vergogne tutte italiane come la lentezza della giustizia che vengono spesso messe in evidenza senza pietà. È il caso dei dati sui procedimenti giudiziari ancora pendenti e sull’arretrato che grava sui 139 Tribunali italiani, sui quali il Ministero della Giustizia ha pubblicato uno studio che mette in luce l’allarmante lentezza della giustizia. Le cifre sono queste: 412.699 procedimenti pendenti nelle Corti d’Appello, dei quali più della metà (211.028) a Roma e Napoli, seguiti da Bari, Milano e Bologna.
Un terzo dell’arretrato è concentrato in soli 10 fori, tutti del centro sud (Roma, Napoli, Foggia, Bari, Salerno e Catania, Santa Maria C. Vetere, Lecce e Palermo), fatta eccezione per Milano che però, pur avendo un alto numero di procedimenti pendenti, ha una media di giacenza molto inferiore rispetto ad altri Tribunali e sconta così il suo tributo alla lentezza della giustizia.
UniCredit Credit Management Bank (Uccmb) ha investito molte energie nel ramo Giustizia e per prima ha avviato, come unico intermediario bancario specializzato in materia, progetti di change management, stimolando e favorendo il cambiamento per raggiungere un primo obiettivo che aiuterà a combattere la lentezza della giustizia: l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, al 30 giugno 2014, del Processo Civile Telematico.
Secondo quanto comunica l’istituto, la Banca continua questa attività di change management istituendo e partecipando a gruppi guida in vista della definitiva e globale entrata in vigore del Processo Civile Telematico, per tutti gli altri atti giudiziari, a decorrere dal prossimo 31 dicembre con l’ambizione di ridurre questo imponente arretrato, di velocizzare i tempi medi di definizione dei procedimenti e, in generale, di supportare i Tribunali con una serie di strumenti pratici, efficaci e dedicati per dare un taglio alla lentezza della giustizia.