La meccanica italiana è un fiore all’occhiello della nostra industria e del nostro export. E per fortuna gode di buona salute. Per le imprese della meccanica italiana, infatti, i primi sei mesi del 2014 sono stati all’insegna della stabilità occupazionale (75,8%), con una buona quota (17%) che ha aumentato l’organico; solo il 7,2% ha dovuto ridurlo. Guardando alle previsioni per la chiusura del 2014, la maggior parte degli imprenditori (78,9%) dichiara di voler mantenere il livello occupazionale attuale.
È il quadro sulle imprese del comparto della meccanica italiana tratteggiato da Senaf in occasione di MECSPE, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione (in programma alle Fiere di Parma dal 26 al 28 marzo 2015). La manifestazione, punto di riferimento per il settore della meccanica italiana, mette in mostra l’innovazione tecnologica applicata all’industria manifatturiera, attraverso aree in cui – grazie a macchinari funzionanti – vengono mostrati processi e lavorazioni dal vivo, per permettere agli operatori di toccare con mano le novità e aggiornarsi sulle ultime frontiere del mercato.
La formazione tecnica dei propri dipendenti è un asset fondamentale per le imprese della meccanica italiana e ben l’80,4% ha previsto investimenti in tal senso nei primi sei mesi dell’anno: in particolare il 31,5% ha dedicato fino a 10 ore di aggiornamento, il 23,1% tra le 11 e le 20, il 14% tra le 21 e le 30 e il 11,9% oltre le 31 ore. In attesa di capire quante ore di formazione interna prevedranno le aziende in questa seconda parte dell’anno, emerge chiaramente l’intenzione a confermare il budget dedicato (64,5%).
Per ricercare operai e tecnici specializzati, la maggior parte delle aziende (64,6%) si affida alla scuola, e nello specifico, a istituti tecnici (36,8%) e istituti e scuole professionali (27,8%), mentre poco più di quattro su dieci si rivolgono ad agenzie di ricerca del personale. In misura nettamente minore le aziende della meccanica italiana scelgono di fare inserzioni (16%), di affidarsi alla lungimiranza dei propri competitor e ‘pescare’ nel loro bacino dipendenti (9,7%) e di utilizzare il passaparola (8,3%). Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai vincoli previsti dalle assunzioni sono, invece, le agenzie interinali i primi interlocutori delle imprese (47,2%) mentre circa 3 aziende su 10 preferiscono comunque non assumere e il 16,7% sceglie prestatori d’opera occasionali.
Ma quali sono le figure che l’industria della meccanica italiana ricerca maggiormente? Il profilo più ricercato è quello di operai specializzati (39,3%) e di conduttori di impianti e macchinari (25,9%); il 66,6% richiede in generale esperienza specifica nel settore e sul fronte dell’istruzione il 39,4% non richiede un titolo di studio, con particolare preferenza per il diploma. Il candidato ideale per quasi sei aziende su dieci è maschio mentre il 53% non ha particolari preferenze in merito all’età.