Questo 2014 non è un grande anno per il franchising immobiliare. Finora nel 2014 sono state chiuse 575 agenzie immobiliari affiliate a network di intermediazione immobiliare; un calo del 12,5% per il franchising immobiliare che si inserisce in un trend negativo iniziato nel 2010 e tutto sommato in controtendenza rispetto al settore del franchising, che continua a crescere.
Il dato emerge dal report “Reti e aggregazioni immobiliari” elaborato da Gerardo Paterna, appuntamento annuale per tastare il polso al segmento delle agenzie. Il report ha preso in considerazione 11 marchi del franchising immobiliare e ha rilevato come a soffrire siano soprattutto i big come Tecnocasa (con una quota pari al 49,89% delle attività in franchising), passando per Gabetti (11,38%) o Gruppo Toscano (4,85%). Crescono invece le realtà indipendenti: +0,81% rispetto al 2013.
Secondo Paterna, “le criticità riferite al format proposto dal franchising immobiliare riguardano generalmente i costi fissi legati all’affiliazione, la mancata efficacia dei servizi offerti, la scarsa efficienza nell’erogazione dei servizi pagati“. E nascono anche consorzi e associazioni tra i professionisti, così come aumenta l’impiego delle piattaforme di Multiple Listing Service (MLS).
Sempre secondo Paterna, nel mondo del franchising immobiliare “i brand nazionali devono tornare focalizzarsi sull’agente immobiliare in un’ottica win-win, dove si incassano royalties a fronte delle performance del partner affiliato. Inoltre devono rivalutare le politiche aggregative con altri gruppi per eliminare centri di costo e liberare risorse per creare nuove opportunità. Infine devono passare dalla visione di rete agenziale a quello di rete distributiva, l’ultimo miglio della filiera, indispensabile per conquistare segmenti di mercato diversamente fidelizzati“.