Come era accaduto questa estate, quando, tra giugno e luglio, gli italiani erano stati chiamati ad una serie di incombenze burocratiche da rispettare, ora, tra novembre e dicembre, sono in arrivo altrettante incombenze fiscali, una dietro l’altra.
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha dichiarato in proposito: “Una pioggia di scadenze che potrebbe mettere in seria difficoltà moltissime piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità. Un periodo, quello di fine d’anno, molto delicato per le aziende: oltre all’impegno con il fisco devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. E con il perdurare della crisi, questo impegno economico costituirà un vero e proprio stress test”.
Sono state contate a quasi un centinaio, tra i quali troviamo l’addizionale regionale all’accisa sul gas naturale, l’imposta provinciale di trascrizione, l’imposta sulle riserve matematiche e le sovraimposte di confine sui gas, gli spiriti, i fiammiferi, i sacchetti di plastica non biodegradabili, la birra e gli oli minerali.
Le prime dieci imposte sono, invece, Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta sugli oli minerali, Imu, imposta sui tabacchi, addizionale Irpef regionale, ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale e l’imposta sul lotto, che hanno garantito nel 2013 oltre l’83% del gettito tributario.
A seguito di queste scadenze, lo Stato e le Autonomie locali riceveranno 487,5 miliardi di euro e, aggiungendo i contributi sociali, che ammontano a 216 miliardi, il gettito fiscale, nel 2014, sfiorerà 704 miliardi di euro.
Vera MORETTI