Stretta creditizia, il dramma delle imprese siciliane

Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio del credito di Confcommercio, nel secondo trimestre del 2014 resta critica la capacità finanziaria delle imprese siciliane del terziario, ovvero la capacità nel riuscire a far fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, a far fronte agli oneri contributivi e fiscali e così via dicendo.

A incidere fortemente su questo sono soprattutto le maggiori difficoltà del Mezzogiorno dove la quota di imprese che non riescono a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario è particolarmente elevata, come nel caso della Calabria (54,8%) e della Sardegna (54%) che registrano tassi più che doppi rispetto alle imprese del Friuli Venezia Giulia (26,7%). In Sicilia, infatti, solo il 2,3% degli imprenditori ha ricevuto il prestito richiesto per mantenere in vita la propria attività.

“La forbice Nord-Sud – sottolineano da Confcommercio – si conferma anche nella quota di imprese che si rivolgono alle banche per avere un finanziamento: rispetto ad una media nazionale del 15,9%, in Lombardia sono il 23%, in Friuli Venezia Giulia il 22,6%, in Piemonte il 18%. Nelle regioni meridionali le percentuali sono tutte inferiori al 10%”.

JM