Istat ha reso noti i dati relativi all’inflazione nel mese di novembre.
La deflazione non si è fermata ma, al contrario, ha subito un ulteriore peggioramento rispetto ad agosto, con un calo dello 0,1%.
Tale risultato viene spiegato da Istat soprattutto considerando all’accentuarsi del calo dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto).
A determinare questo calo c’è anche il rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3%, da +0,7% del mese precedente).
Una diminuzione più contenuta interessa i prezzi degli alimentari non lavorati, scesi di -0,9%, da -1,8% di agosto, ma non hanno saputo contenere i risultati negativi degli altri settori.
A fronte di questa situazione, l’inflazione scende a +0,4%, contro il +0,5% di agosto, al netto dei soli beni energetici.
Il ribasso mensile dell’indice generale si deve al calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-4,8%), dovuti a fattori stagionali, ma soprattutto alla diminuzione congiunturale dei prezzi degli energetici non regolamentati (-0,6%); contribuisce, inoltre, il calo dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,1%), anch’essi condizionati da fattori stagionali.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,9% su base mensile e diminuisce dello 0,1% su base annua (la stima preliminare era -0,2%), con un ridimensionamento di un decimo di punto percentuale della flessione rilevata ad agosto (-0,2%).
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, diminuisce dello 0,4% su base mensile e dello 0,1% rispetto a settembre 2013.
Vera MORETTI